Cronache

Droga, risse e allontanamenti: ecco l'accoglienza che non funziona

Tutto quello che non vai nei centri Sprar, dove gli ospiti hanno spesso e volentieri grane con la giustizia

Droga, risse e allontanamenti: ecco l'accoglienza che non funziona

Una cosa è certa, il sistema d’accoglienza italiano, così com’è, non funziona. Motivo per il quale il dl Sicurezza di Matteo Salvini punta a ribaltarlo come un calzino, rendendolo davvero ficcante e allontanando dall’Italia chi non ha diritto a essere accolto, perché privo dei requisiti.

E oggi chi viene accolto spesso e volentieri spaccia, provoca risse e abbandona il centro che lo ha ospitato lasciando perdere le proprie tracce.

Come scrive La Verità, a Modena per esempio, dal 2014 a oggi, più di 869 clandestini sono usciti dal sistema di accoglienza e scomparsi nel nulla, mentre in quel di Empoli quest’anno su 35 ospiti del progetto Sprar, 15 sono finiti in arresto per questioni legate al traffico di stupefacenti. Invece in provincia di Trapani, ad Alcamo, la polizia ha scoperto che i profughi usavano le stanze di un centro d’accoglienza come base del loro illecito business, a base di droga.

Infine, il caso di Macerata: Innocent Oseghale è il 29enne nigeriano unico indagato per aver drogato, ammazzato e fatto a pezzi Pamela Mastropietro.

Lui che per due anni era stato ospite un progetto Sprar gestito dall'associazione "Gruppo umana solidarietà di Macerata", prima di venire allontanato dallo stesso per violazione dei regolamenti interni e scarso interesse verso le attività formative.

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