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Infrastrutture, Fi prova a stanare la Lega

Gelmini firma un odg che invita il capoluogo lombardo alla mobilitazione

Infrastrutture, Fi prova a stanare la Lega

Milano - La piazza pro Tav a Torino «è un avviso di sfratto per un governo che ha troppa confusione sui temi fondamentali come infrastrutture, lavoro, tasse. Da qui comincia un risveglio che porterà il Paese reale ad essere sempre più distante da un esecutivo fallimentare come quello gialloverde» ha dichiarato due giorni fa in piazza Castello la capogruppo di Forza Italia alla Camera Mariastella Gelmini, alla guida della delegazione azzurra. E la battaglia di Fi per la realizzazione dell'Alta Velocità Torino-Lione e per il completamento del terzo valico ferroviario si sposta oggi a Milano. Gelmini è prima firmataria di un ordine del giorno che sarà discusso in Consiglio comunale e dovrebbe essere approvato con una maggioranza trasversale. Anche il sindaco Beppe Sala d'altra parte ha dichiarato in più occasioni che la Tav «non è interesse solo del Piemonte ma dell'intero nord Italia e così il Terzo Valico tra Milano e Genova, sarebbe un errore fermarsi» e la sua lista civica ha presentato una mozione (sposata dal Pd) che va nella stessa direzione quindi i testi potrebbero alla fine convergere. Più che ai voti del Pd, a Gelmini interessa che un segnale chiaro arrivi dai consiglieri della Lega, «non potranno che votare l'odg, non possono certo dichiarare in aula che sono contrari alle grandi opere». Dopo la mobilitazione a Torino «ora anche Milano si deve esprimere sulle infrastrutture a rischio, serve una grande unità del Nord». E l'ordine del giorno targato Forza Italia invita sindaco e giunta a «presentare presso il governo e in tutte le sedi istituzionali» la «ferma volontà della città di Milano di dare attuazione in tempi rapidi ai progetti» dell'Alta Velocità e del collegamento ferroviario con la Liguria, già realizzato al settanta per cento.

Il partito sottolinea nel testo che sarà discusso oggi pomeriggio come sarebbe «insostenibile dal punto di vista economico e amministrativo» sottoporre il progetto della Tav ad un nuovo stop «motivato dal governo con esigenze di verifica del rapporto costi-benefici». Le ricadute dell'opera su tutta la realtà milanese «sono numerosissime e incidono su occupazione, imprese, logistica, turismo». Il 70% delle esportazioni italiane «devono attraversare le Alpi, il 45% passa dal Brennero, il 28% circa dal lato Francia e il 27 dal lato Svizzera». La Tav «è anche energicamente sostenibile, con un taglio annuale di emissioni di gas serra pari a quella di una città di 300mila abitanti».

Fi chiederà di sostenere anche la crescita degli aeroporti milanesi e il completamento della Pedemontana.

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