Cronaca locale

Blitz dei "suoi" ricercatori per i 90 anni di Garattini

La guerra alle "bufale" in 14mila pubblicazioni "Chiedo solo che il governo aiuti il nostro lavoro"

Blitz dei "suoi" ricercatori per i 90 anni di Garattini

«Professore, oggi sopra il dolcevita bianco deve assolutamente indossare la nostra maglietta». I dipendenti del Mario Negri si fanno trovare in blocco nell'atrio dell'istituto alle 10 del mattino. E lui, con gli occhi umidi, stringe tra le mani quella t-shirt con la scritta 90, godendosi fino in fondo l'applauso semplice e vero della squadra che da sempre lo sostiene nelle battaglie pro scienza.

Silvio Garattini, notoriamente schivo ai festeggiamenti, accetta di buon grado il blitz per i suoi novant'anni. Gran parte dei quali passati proprio nei laboratori dell'istituto, che ha fondato nel 1963 e diretto fino a pochi mesi fa.

Con la voce un po' più tremante rispetto al passato ma con la stessa lucidità mentale di sempre, lo scienziato ribadisce di avere solo un desiderio per il suo compleanno: «Vorrei che il governo si occupasse dei problemi della ricerca, considerandola fra gli aspetti fondamentali della crescita del Paese». Purtroppo questo regalo non arriverà nemmeno per il suo novantesimo. Non solo perché non vengono stanziati fondi aggiuntivi per i laboratori ma perché sembra ci sia la precisa volontà di imboccare la strada opposta, istituendo persino commissioni speciali che veicolino i contenuti scientifici da far passare in tv. Un affronto per uno come Garattini che da sempre si batte perché la verità scientifica vinca su qualunque falsità o su qualsiasi manipolazione.

Anzi, lui stesso lo ha ribadito pochi giorni fa a un convengo organizzato alla Bayer sul tema delle fake news come principali nemiche della salute. Dimostrazione lampante del fatto che le bufale siano più contagiose e infettive di una verità dimostrata in laboratorio. Dal canto suo Garattini non molla e continua, imperterrito, a comunicare le ragioni dei ricercatori, soprattutto in un momento in cui i social network danno voce a tutti al di là del titolo di studi e della preparazione. «Innanzitutto dobbiamo aumentare l'alfabetizzazione scientifica. Poi dobbiamo ancora far capire che in Italia la ricerca non va considerata una spesa ma un investimento. Investiamo l'1,2% del Pil, comprese le spese per l'università, quando la Germania investe il 3,5%. E poi dobbiamo batterci per non affidarci alle mode». E per mode Garattini intende le falsità (pericolosissime) diffuse contro i vaccini, il fanatismo ingiustificato per l'omeopatia, i soldi investiti senza motivo in costosi integratori.

Anche ora che potrebbe godersi la vecchiaia in tutta tranquillità, il fondatore dell'istituto Mario Negri ricalca i temi a lui cari da una vita, a cominciare dai farmaci. Garattini chiede pulizia, eliminando quelli equivalenti, togliendo di mezzo i doppioni e abbassando i prezzi di quelli realmente utili ai malati.

La prima candelina di compleanno al Negri, Garattini la spense quasi sessant'anni fa e nemmeno oggi riesce a stare lontano da lì. Nemmeno dopo 14mila pubblicazioni scientifiche e 250 volumi, nemmeno dopo aver portato alla specializzazione 7mila giovani laureati e tecnici. I suoi compleanni degli anni passati sono scivolati via, festeggiati in velocità, quando gli impegni lo permettevano e accavallati alle battaglie più accese, anche negli anni di vere difficoltà per l'istituto: quelle a favore della scienza anche durante le più violente manifestazioni animaliste, quelle per risanare le sorti economiche della sanità dopo l'arresto di Poggiolini e Mani pulite, quelle per avere i finanziamenti necessari a proseguire le ricerche.

E oggi, con la novantesima torta, quelle perché vinca la verità scientifica sul popolo delle bufale.

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