Cronaca locale

"Dagli anni '70 a oggi Così (non) è cambiata la storia della donna"

L'attrice al Menotti con il testo di Dario Fo e Franca Rame «Tutta casa, letto e chiesa»

"Dagli anni '70 a oggi Così (non) è cambiata  la storia della donna"

Teatro, cinema, televisione senza mai fermarsi: Valentina Lodovini ama ciò che fa e, soprattutto, ama scegliere con attenzione i propri progetti. Tra questi c'è il monologo Tutta casa, letto e chiesa, piccolo grande classico di Dario Fo e Franca Rame, manifesto ironico del femminismo che debuttò nel 1977 alla Palazzina Liberty. La bella attrice umbra in scena al Teatro Menotti da questa sera al 18 novembre (ore 20.30, mercoledì e sabato ore 19.30, domenica ore 16.30, ingresso 32 euro, info 02.36.59.254) si cala in un testo che parte dal passato per condurci agilmente al presente. Al centro, la lotta quotidiana per i pari diritti della donna attraverso tre rappresentazioni: l'uomo e il suo sesso, simbolicamente incombente sulla donna, il ritratto di una casalinga e quello di un'operaia.

Cosa l'ha convinta a interpretare un monologo così legato alla militanza degli anni '70?

«Due cose innanzitutto: la prima è che si tratta di un testo comico, intelligente e puro come sapevano essere quelli della coppia Fo & Rame. La seconda è che si tratta di un testo di un'attualità disarmante. I riferimenti all'epoca in cui fu scritto ci sono, ma lo spettatore è portato a fare continui raffronti col presente».

E com'è il presente?

«Grazie al cielo, tante cose sono cambiate. E anzi è un fatto che molti uomini stiano dando il loro contributo nella lotta per i pari diritti tra uomo e donna. Alcuni condizionamenti ed errori, però, si ripetono. E aggiungo che è naturale: ci vorranno secoli e secoli per cambiare i ruoli codificati dell'uomo e della donna».

Tra le altre cose, allude allo scandalo delle molestie e al movimento #MeToo nato in America?

«Non necessariamente. Lo spettacolo non evoca tutto questo. Ma certo la forza del monologo è quella di rendere protagonista lo stesso spettatore. É automatico, stando seduti, porsi delle domande sulla situazione attuale».

Questo testo può essere considerato un classico: i giovanissimi oggi sembrano indifferenti alla forza dei classici. Come venirne a capo?

«Mostrando i classici. Non c'è altra via. Poi i giovani terranno ciò che vogliono di ciò che vedono, esiste il libero arbitrio. Ma dal cinema, al teatro, non si può fare altrimenti. Prima ancora che la scuola, la famiglia è importante. Io sin da piccola ero affamata di cinema, ero conscia esistesse un passato e un presente. Certo, anche le scuole di recitazione mi hanno aiutato. Un mio idolo è stato la star del cinema muto Buster Keaton».

Oltre al teatro, quali sono i suoi progetti immediati sui tre fronti?

«Apparirò in un cammeo dal 15 novembre al cinema nel film Cosa fai a Capodanno? di Filippo Bologna, ho appena finito di lavorare al film di Alessandro Genovese Dieci giorni senza la mamma, con Fabio De Luigi, e sarà tra i protagonisti della fiction Rai diretta da Marco Risi, dal titolo L'Aquila, incentrata sul capoluogo abruzzese a due anni dal terremoto».

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