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Di Maio isolato sui giornalisti Mattarella e Tajani lo smontano

L'azzurro: fiero di essere cronista. Pure Fico si dissocia Il capogruppo 5S a Palermo difende la stampa: silurato

Di Maio isolato sui giornalisti Mattarella e Tajani lo smontano

Scaricato dall'altro gallo del movimento. «C'è la Costituzione - assicura Roberto Fico - e la libertà di stampa sarà tutelata fino alla fine». Sgridato dal capo dello Stato. «I giornali hanno un grande valore - spiega Sergio Mattarella - , leggere cose che non si condividono aiuta a riflettere». Strapazzato da Antonio Tajani: «Sono fiero di essere un giornalista e non accetto che vengano definiti prostitute da autorevoli esponenti del governo italiano». Convocato dal presidente della Vigilanza Rai Alberto Barachini, che vuole verificare «se le sue parole possono configurarsi come una pressione indebita». Mollato pure dal suo principale alleato Matteo Salvini, al quale i giornalisti «sono simpatici». No, davvero non è un buon momento per Luigi Di Maio.

Isolato e strigliato un po' da tutti, il vicepremier pentastellato sostiene di non volere fare passi indietro e minaccia leggi punitive. Intanto però deve sorbirsi la lezione di democrazia che Mattarella con pazienza istituzionale e un pizzico di irritazione gli impartisce. «Al mattino leggo i giornali. Notizie e commenti, quelli che condivido e quelli che non condivido e forse questi secondi per me sono ancora più importanti. Quelli che condivido sono interessanti, naturalmente e mi stanno a cuore; ma quelli che non condivido sono per me uno strumento su cui riflettere». Insomma, conclude il capo dello Stato, per governare bene «è importante conoscere il parere degli altri, le loro valutazioni. E per questo ha un grande valore la libertà di stampa, perché, anche leggere cose che non si condividono, anche se si ritengono sbagliate, consente e aiuta a riflettere».

Sembra quasi una banalità, l'abc della democrazia, ma evidentemente è un concetto che bisogna ripetere spesso, visto che il Colle ogni due per tre è costretto a tornarci su. Stavolta, tanto per rafforzare i confini e consolidare il principio, decide di coinvolgere pure i presidenti delle Camere. Mattarella parla al Quirinale durante un incontro con degli studenti. La Casellati e Fico intervengono a stretto giro.

Secondo il presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, «il giornalismo parlamentare ha rappresentato nella nostra storia nazionale un pilastro della democrazia liberale». Persino Roberto Fico si smarca da Di Maio, e da Alessandro Di Battista, chiedendo di abbassare i toni. «La libertà non si tocca, ma negli ultimi trenta anni è mancata una cultura generale dell'indipendenza. Abbiamo bisogno come Paese di uscire fuori dallo scontro costante. Bisogna riuscire ad avere un altro tipo di dialogo, e questo vale per tutti gli attori coinvolti».

Pure Tajani è preoccupato. «Ci sono preoccupanti segnali in Europa contro la libertà d'informazione e il Parlamento europeo respinge ogni minaccia». E a Strasburgo si scontra con il grillino Piernicola Pedicini che lo accusa di fare campagna elettorale. «Le ricordo che il presidente del Parlamento è un deputato come tutti gli altri e io sono sempre stato imparziale. Aggiungo che non condivido le vergognose dichiarazioni e gli insulti che sono stati rivolti a giornalisti da parte di rappresentanti del governo italiano. Senza libera stampa non esiste democrazia».

Vedremo adesso se la diga istituzionale alzata dal Quirinale avrà effetto o se i Cinque stelle insisteranno nella loro crociata contro la libera informazione e il dissenso. «Io amo la libertà di stampa e la considero una colonna per la democrazia - sostiene il guardasigilli Alfonso Bonafede - tuttavia non mi piacciono le critiche per partito preso». Ma i primi segnali non sono buoni. Solo domenica Ugo Forello, capogruppo M5s al comune di Palermo, aveva criticato sul web le offese di Luigi Di Maio ai giornalisti. Poche ore e l'hanno fatto fuori. «Una rotazione già prevista dall'inizio», spiegano dal movimento. E lui: «Ho saputo di non essere più capogruppo leggendo Facebook. Non so se si sia fatta una riunione e chi vi abbia partecipato».

Il prossimo sarà più attento.

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