Cronaca locale

I tramezzini ghiacciati indigesti al sindaco: «Chiedo scusa a tutti»

I genitori raccolgono 10mila firme di protesta Convocati in Comune azienda e sindacati

Marta Bravi

Il tramezzino ghiacciato con la maionese va di trasverso al sindaco Sala, che si è trovato a dover chiedere scusa ai 65mila bambini che pranzano alle mense scolastiche, tra materne e elementari. E ai genitori che hanno lanciato una petizione sul sito change .org che ha raggiunto quota 10mila firme nel primo pomeriggio. Nella petizione si chiede «di intervenire in primis con una decurtazione sulla prossima rata mensile del 5% del dovuto cosi da essere quanto meno ristorati del servizio non usufruito, trattandosi di servizio erogato al di sotto di livelli minimi accettabili. In secondo luogo e' altrettanto inaccettabile che laddove vi sia una adesione elevata allo sciopero non si consenta alle famiglie di provvedere».

I tramezzini, definiti «immangiabili» dalle stesse educatrici e segnalati come «non conformi» per la maionese, sono finiti nei cestini e i bambini rimasti a digiuno. Non solo, le mamme che hanno portato merende di rinforzo se lo sono dovute riportare a casa perché il regolamento non lo consente. Indignazione, nervosismo e rabbia scorrono sulle chat dei genitori, su facebook, in rete.

Così ieri il sindaco della città che si vanta di essere «amica dei bambini», molto irritato, ha usato proprio la sua pagina facebook per chiedere scusa pubblicamente: «Molte mamme mi hanno segnalato che, in occasione di un'assemblea sindacale del personale di Milano Ristorazione, i loro bimbi in mensa hanno ricevuto un tramezzino di bassissima qualità. Hanno ragione, è una cosa inaccettabile - si cosparge il capo di cenere il sindaco -. Al di là dello scusarmi, ho chiesto agli assessori Cristina Tajani e Laura Galimberti di convocare azienda e sindacati per verificare quello che è successo ed evitare che una situazione del genere abbia a ripetersi». «L'accaduto ha sdegnato tutti - sbotta l'assessore all'Educazione Laura Galimberti -. Il Sindaco ha chiesto anche direttamente chiarimenti ai vertici della società e continua a interessarsi personalmente alla vicenda. Sarà nostra cura fare in modo che in future occasioni vengano seguite le procedure di controllo della qualità dei prodotti anche per i menù di emergenza, come già avviene con i menù standard».

Anche la municipalizzata ha fatto ammenda: «La volontà e la responsabilità di far comunque fronte alla difficoltà delle famiglie e dei bambini, nel poco tempo a disposizione con il quale tamponare le giornate di assemblea, ci ha indotto a una soluzione, due tramezzini e un budino, che si è rilevata purtroppo non all'altezza».

Una versione che non combacia con quella dell'Rsu che lunedì in una nota ricordava di aver avvertito l'azienda dello sciopero del «solo personale con contratto enti locali» il 31 ottobre. «Buona parte del personale era sul posto di lavoro e avrebbe potuto preparare il pasto di emergenza - faceva notare la rappresentanza dei dipendenti - ma l'azienda ha optato per la scelta di bloccare le derrate».

Scuse tardive secondo alcuni, come Fabrizio de Pasquale, capogruppo di Forza Italia in Comune: «È grave l'ostinazione che ha Palazzo Marino nell'impedire alle famiglie di portarsi la schiscetta da casa. È un'ostilità ideologica. Rimane il sospetto - continua - che la scelta dell'azienda sia dovuta a necessità di bilancio: per non vedere decurtate le rette dal pranzo mancante per l'assemblea sindacale ha preferito dare un pasto indecente. Chiediamo una Commissione entro lunedì con l'assessore Galimberti e Milano Ristorazione».

«L'azienda era consapevole delle difficoltà con cui avrebbe dovuto erogare il servizio, come mai la dirigenza non ci ha pensato prima?» attacca Alessandro de Chirico, vicecapogruppo Fi.

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