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Il satellite europeo svela il continente perduto sotto ​l'Antartide

Analizzando i dati raccolti dal satellite europeo Goce, una squadra di scienziati del British Antarctic Survey è riuscita a rivelare le caratteristiche morfologiche della massa continentale situata sotto i ghiacci dell'Antartide. Una ricerca che permetterà di approfondire le conoscenze sui movimenti tettonici e sull'attività geologica terrestre

Il satellite europeo svela il continente perduto sotto ​l'Antartide

Sepolto per millenni da ghiacci impenetrabili, l'Antartide è sempre stato un'incognita per gli scienziati che negli anni si sono dedicati al suo studio. Ora però, grazie a nuovi dati giunti a disposizione si potrà finalmente capire di più su cosa si cela nelle profondità del polo sud. Una ricerca recentemente pubblicata sulla rivista Scientific Reports ha infatti rivelato, celate sotto i ghiacci antartici, le caratteristiche morfologiche di quella massa continentale che circa 200 milioni di anni fa iniziò il suo viaggio alla deriva separandosi dal supercontinente Gondwana - quest'ultima separatasi dall'ancora più grande Pangea - assieme alle terre che oggi compongono le attuali India ed Australia. Lo studio, che getta nuova luce sui movimenti delle placche tettoniche avvenuti nel corso delle ere geologiche, è stata portata avanti dall'Università di Kiel in collaborazione con il British Antarctic Survey ed è stata resa possibile grazie all'analisi dei dati provenienti dal Goce (Gravity e Ocean Circulation Explorer), il satellite dell'Agenzia Spaziale Europea che dal 2009 al 2013 ha eseguito una delle mappature più precise del campo gravitazionale terrestre, con una risoluzione massima di appena 80 chilometri.

Subito dopo la conclusione della missione del Goce, gli scienziati hanno iniziato a confrontare le misurazioni da esso effettuate con l'andamento delle onde sismiche nel mondo, allo scopo di realizzare delle mappe completa della litosfera terrestre, lo strato superficiale e geologicamente attivo del nostro pianeta. Da queste mappe 3D - che è possibile vedere in un'animazione dei movimenti tettonici realizzata dall'Esa - è stato possibile ottenere per la prima volta una raffigurazione chiara della disposizione dei cosiddetti cratoni, quelle parti della crosta terrestre che non hanno mai subito modificazioni nel corso di centinaia di milioni di anni, sopravvivendo indenni allo spostamento delle placche tettoniche, e che si contrappongono agli orogeni, le parti malleabili della crosta che sono all'origine delle catene montuose. L'analisi dei cratoni risulta peraltro molto importante per comprendere il passato geologico della Terra e quindi di conseguenza per poter prevedere quali potranno essere i futuri cambiamenti della crosta terrestre nei prossimi milioni di anni. Nel caso dell'Antartide la mappatura si è inoltre rivelata di estrema importanza, dato che a causa dello spesso strato di ghiaccio la presenza dei cratoni è stata per lungo tempo nascosta, non solo all'occhio umano ma anche a quello dei satelliti.

"Queste immagini del campo gravitazionale stanno rivoluzionando la nostra capacità di studiare il continente meno conosciuto sulla Terra: l'Antartide." - ha commentato l'italiano Fausto Ferraccioli, coautore della ricerca e responsabile del dipartimento di geofisica e geologia del British Antarctic Survey - "Nell'Antartide orientale, possiamo vedere un emozionante mosaico di diverse caratteristiche geologiche che rivelano somiglianze e differenze fondamentali tra la crosta terrestre antartica e quella degli altri continenti a cui era unita fino a 160 milioni di anni fa". Grazie ai dati del Goce, il team di scienziati è stato infatti in grado di localizzare i punti che anticamente collegavano il continente antartico alla Gondwana, e che oggi si trovano in prossimità del Cratone Mawson - probabile punto di giunzione tra Antartide ed Australia - della Terra della Regina Maud e del Mare di Weddell, oltre a scoprire lo spessore effettivo della litosfera antartica, compreso tra i 40 ed i 60 chilometri per la parte orientale e tra i 20 ed i 35 chilometri per quello occidentale.

Gli esperti dell'Agenzia Spaziale Europea sottolineano inoltre come questo tipo di risultati possa fornire risposte riguardo al futuro comportamento geologico dell'Antartide in risposta ai mutamenti climatici che ne stanno sciogliendo i ghiacci.

Ipotesi condivise anche dalla ricerca, che conclude spiegando che: "Questi confronti dimostrano come la combinazione di imaging sismologico e gradiente di gravità satellitare abbiano un potenziale significativo per migliorare la nostra conoscenza sulla struttura della Terra e su frontiere remote come il continente antartico, dove anche la conoscenza di base delle caratteristiche della scala litosferica rimane incompleta".

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