Cultura e Spettacoli

Giorgia canta i brani del suo cuore pop

Giorgia canta i brani del suo cuore pop

Si intitola Pop heart ed è il cuore pop di Giorgia in formato cover. Ossia lei canta canzoni già portate al successo da altri e le fa proprie. «In fondo - spiega lei in formissima come sempre - il mio percorso artistico è nato proprio con le cover, io cantavo dal rock duro fino a Etta James ma poi mi sono specializzata soprattutto nel soul anche grazie a mio padre». Adesso, dopo tanto tempo, lei ha deciso di dare la propria versione riveduta e corretta dei brani che l'hanno appassionata in tutto questo tempo e il risultato si intitola appunto Pop Heart: «Non volevo fare la prevedibile e cantare le canzoni delle grandi voci... Ho scelto da ascoltatrice, più che da cantante».
E quindi dal primo singolo Le tasche piene di sassi di Jovanotti fino a I will always love you, in questo album c'è l'elenco dei colori che hanno contribuito in questi anni a fare di questa ragazza (perché sembra sempre una ragazza) dalla voce d'oro. «Ho voluto mettere la voce al servizio delle parole, anche perché sono testi favolosi. Ad esempio, Vivere una favola di Vasco Rossi ha più o meno vent'anni ma è perfetta per i tempi che stiamo vivendo». In scaletta spiccano brani che pochi avrebbero potuto immaginarsi in una playlist di Giorgia. Ad esempio la splendida Dune mosse di Zucchero: «È un brano compreso nel disco Blue's, quello di una Sana e consapevole libidine salva il giovane dallo stress e dall'Azione cattolica che io e le mie amiche, andando a scuola dalle suore, cantavamo con ancora più piacere. È stato uno dei primi che ho scelto in una lista di cento brani e, quando ho detto a Zucchero che gli avrei mandato la mia versione, mi ha risposto che non era necessario: Mi fido ha detto».
In fondo è una Giorgia nuova, più consapevole e forse più distaccata dal giogo dei confronti, dei paragoni, delle reverenze o degli inevitabili pregiudizi nei confronti dei repertori altrui: «Il privilegio di invecchiare - dice scherzosa - è anche di essere più distanti nel valutare i brani che ti piacciono e ti colpiscono. Ho fatto pace con questo tipo di atteggiamento. Ad esempio, ho scelto di cantare L'essenziale perché ero a casa da sola quando Mengoni lo ha cantato al Festival di Sanremo e mi sono subito detta grande brano, l'avrei voluto cantare io».
Canterà, eccome se canterà, dal 5 aprile 2019 al PalaPrometeo di Ancona in uno dei concerti di Giorgia che si prospettano più divertenti. Lei più libera. Lei alle prese con le canzoni di altri, spesso le stesse che cantava quando era ancora un'esordiente in giro per pianobar: «Da allora la mia voce è cambiata, ho imparato tante tecniche e, soprattutto, a dosare e calibrare il fiato: è una questione soprattutto interiore, di equilibrio con se stessi». E che sia una Giorgia nuova lo conferma anche l'iniziativa di cantare, a scopo benefico, nel Duomo di Milano. Il 23 novembre, per l'associazione Per Milano a favore dei bambini disabili. Sarà la prima volta di un'artista pop e lei si prepara con tutto l'impegno possibile: «farò anche l'Ave Maria di Schubert e, per prepararmi, sto studiando la versione che ne ha fatto Bocelli».

Insomma, una perfezionista.

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