Politica

L'ultima iperbole di Francesco «Il chiacchierone è un terrorista»

All'udienza dura critica a chi ferisce gli altri con le parole Bergoglio ci ha abituato a metafore esagerate o scandalose

Andrea Cuomo

«Il chiacchierone è un terrorista». Bum. Detta così sembra per l'appunto una chiacchiera di quelle da bar, una fanfaronata, un'esagerazione. Ma il fatto è che a dire questa cosa è Jorge Maria Bergoglio, di professione pontefice e che il discorso è naturalmente più ampio e complesso e che quindi certe parole vanno spiegate e non ignorate.

Quando il Papa se la prende con i chiacchieroni - e lo ha fatto ieri nel corso dell'udienza generale in piazza San Pietro, trattando il comandamento «non dire falsa testimonianza» - intende che le parole dette a vanvera o con cattiveria «distruggono la comunione per inopportunità o mancanza di delicatezza». Quindi «le chiacchiere uccidono e questo lo disse l'apostolo Giacomo nella sua Lettera». Poi il paragone hardcore: «Un chiacchierone - aggiunge Bergoglio - è un terrorista perché con la sua lingua butta la bomba e se ne va, e questa cosa che dice è quella bomba che butta e distrugge la fama altrui e lui se ne va tranquillo. Non dimenticare: chiacchierare è uccidere». Infine: «Tutti noi viviamo comunicando e siamo continuamente in bilico tra la verità e la menzogna. Ma cosa significa dire la verità? Significa essere sinceri? Oppure esatti? In realtà, questo non basta, perché si può essere sinceramente in errore, oppure si può essere precisi nel dettaglio ma non cogliere il senso dell'insieme».

Bergoglio non è nuovo all'uso di metafore forti, violente, provocatorie, oppure semplicemente molto colloquiali. Qualche settimana per illustrare ciò che pensa di chi pratica l'aborto disse che è «come affittare un sicario per risolvere un problema». Per i giovani riuniti per la Giornata mondiale dei ragazzi e delle ragazze, nel 2016, registrò un videomessaggio per dire che una vita senza Gesù è come un cellulare che non ha campo». In un'omelia del 2014 si disse favorevole a battezzare «anche i marziani, Quelli verdi, con quel naso lungo e le orecchie grandi, come vengono dipinti dai bambini». Più di recente disse che «suicidi, dipendenze e uscita verso la guerriglia sono le tre opzioni che i giovani hanno oggi, quando non c'è lavoro». E poi i «valori avariati», la «Chiesa babysitter», il «confessionale non è una tintoria», «le suore madri e non zitelle», la «preghiera di cortesia», «il collirio della memoria», il «pettinare le pecorelle».

Nemmeno Bersani si era spinto così lontano.

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