Economia

Intesa accelera il business con Dubai

Micillo (Banca Imi): «Nel Paese nessun particolare timore per l'Italia»

Intesa accelera il business con Dubai

Dubai Per gli emiri né lo spread né il rischio Italia costituiscono motivo di preoccupazione, mentre si è alzata l'attenzione sull'Europa. «Non abbiamo avvertito timori particolari sull'Italia negli incontri con le istituzioni locali e con i fondi che abbiamo gestito a Dubai, dove siamo stati presenti con la Start Up Initiative», afferma Mauro Micillo (in foto), ad di Banca Imi e responsabile della divisione corporate investment banking di Intesa Sanpaolo, dopo le giornate di lavori nella capitale finanziaria degli Emirati Arabi, dove ha sede uno dei 4 hub internazionali della banca. La divisione corporate e investment banking, a cui fanno riferimento anche Banca Imi e l'area global corporate, ha chiuso i primi nove mesi dell'anno con un risultato netto di 1,51 miliardi (+29,1%). «Oltre la metà dei proventi della divisione è generata dai clienti esteri, che sono aziende con la sede legale oltreconfine», sottolinea Micillo.

Da Dubai, Intesa sovraintende il Medio Oriente, la Turchia e l'Africa assistendo clienti locali, investitori italiani sul territorio e promuovendo l'interscambio con la Penisola. Grazie poi al collegamento con gli uffici di Abu Dhabi che possono operare «onshore» (in valuta locale), la presenza nell'area di Intesa è a 360°. L'area è «di grande interesse anche grazie ai progetti in corso, dall'Expo 2020 a Dubai, ai Mondiali del 2022 in Qatar fino a Vision 2030 che richiederanno un maggiore potenziamento di infrastrutture sul territorio», aggiunge Marco Trevisan, capo dell'hub di Dubai.

«Dubai è l'hub più recente dei 4 del gruppo eppure si è già posizionato al terzo posto in classifica grazie a un ritmo di crescita superiore al 50% annuo. E prevediamo un'altra crescita a doppia cifra», aggiunge Gianluca Cugno, global head of international department di Intesa Sanpaolo. Quanto a possibili nuovi poli, «c'è un progetto di trasformare entro il prossimo anno un ufficio di rappresentazione in un Paese a tripla A e dagli elevati tassi di crescita in un hub», accenna Micillo.

Sul mercato si sussurra che la sede sia quella di Sidney, in Australia.

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