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Il caso termovalorizzatori incenerisce i gialloverdi

Salvini insiste: "In Campania servono". E compatta i 5s Di Maio: "Così crea tensioni". Fico: "Schiaffo, mai più"

Il caso termovalorizzatori incenerisce i gialloverdi

Matteo Salvini non arretra di un metro. I termovalorizzatori li vuole anche in Campania. E continua a ripeterlo pure di fronte alle velate (ma nemmeno tanto) minacce di arrivare alla crisi di governo avanzate dai vertici dei Cinque Stelle.

Anzi, le parole di Salvini hanno il merito di ricompattare il movimento fondato da Beppe Grillo. Tanto è vero che lo stesso presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, è sceso in campo per difendere la linea indicata da Luigi Di Maio. I termovalorizzatori in Campania? «Mai e poi mai!» tuona la terza carica dello Stato intervenendo a una manifestazione all'università Federico II di Napoli.

Fico non si è limitato a dire la sua sul tema degli inceneritori. Il presidente della Camera ha anche ricordato al ministro dell'Interno che non può arrivare in una città e imporre al sindaco la sua visione delle cose su un tema che è di stretta competenza regionale. E ha difeso anche i rappresentanti di quei centri sociali che si sono mobilitati contro gli inceneritori. «Non mi piace che si parli dei centri sociali come di quattro scemi- spiga Fico -. Si tratta di persone che stanno vicino chi è in difficoltà. Bisogna conoscere la realtà prima di parlare di queste cose».

Avvertimento che però non fa azzittire il leader leghista pronto a replicare: «Ho passato la giornata di giovedì a Napoli. Erano tutti preoccupati per la salute. Perché in Lombardia ci sono 13 impianti e in Campania soltanto uno? Non si può rispondere non c'è nel contratto di governo. Qualcosa bisogna fare visto che si tratta di un'emergenza sanitaria. E non lo dico io. È il capo dei vigili del fuoco che mi ha detto che così si rischia di tornare indietro di dieci anni».

Nel momento in cui la tensione è ai massimi arriva anche la contro-replica di Luigi Di Maio. «A me dispiace che Salvini abbia deciso di lanciarsi in questa polemica e di creare tensioni nel governo - commenta il leader grillino -. Dice che c'è da preoccuparsi? Lì vive tutta la mia famiglia, sono sicuramente più preoccupato di lui». Di Maio poi ricorda che il ministro dell'Ambiente Sergio Costa è stato scelto dal movimento proprio per il lavoro che lo ha portato a smascherare cosa covava sotto la cosiddetta Terra dei fuochi. E in effetti il ministro, chiamato in causa, conferma la sua indisponibilità a difendere le ragioni dei termovalorizzatori.

A chiudere qualsiasi speranza ci pensa poi la titolare del dicastero dedicato al Mezzogiorno. «Nessun margine di trattativa - taglia corto Barbara Lezzi - i termovalorizzatori sono il passato». Si guardi piuttosto alla raccolta differenziata e al compostaggio dell'umido, propone Fico. La percentuale di differenziata però - replica lo stesso Salvini - in Campania è inferiore di 20 punti sulla media italiana. Senza termovalorizzori sarà sommersa a breve. Posizione che fa dire ad Alessandro Di Battista: «Salvini è incendiario nei toni ma democristiano nei fatti.

Su Tav e inceneritori la pensa come Renzi».

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