Economia

Industria in allarme: solo un'impresa su tre prevede di crescere

Preoccupanti stime di Assolombarda. L'Istat certifica: dopo 16 mesi gli ordinativi crollano

Industria in allarme: solo un'impresa su tre prevede di crescere

Milano - Allacciate le cinture, l'economia si sta fermando. Il fatturato dell'industria è risultato piatto a settembre e anche Assolombarda segnala prospettive negative per il 2019: solo il 35% delle imprese prevede vendite in aumento e una su cinque stima un calo.

È l'ennesimo segnale negativo che arriva dal mondo produttivo dopo la frenata del Pil nel terzo trimestre e i dati negativi sulla disoccupazione, ma anche il brusco calo nei contratti di somministrazione dovuto al decreto dignità (-37% in Lombardia) e il grido d'allarme arrivato da uno dei motori dell'economia italiana, Brescia («La crescita si è fermata» ha detto il presidente degli industriali, Giuseppe Pasini).

I dati Istat prefigurano un gelo. A settembre si stima un fatturato dell'industria stabile in termini congiunturali, mentre gli ordinativi registrano una diminuzione congiunturale del 2,9%, che segue l'aumento del mese precedente pari al 4,9%. Su base annua il fatturato cresce del 3,9% mentre gli ordinativi segnano un calo tendenziale dello 0,9%. Il dato è allarmante. La variazione tendenziale negativa degli ordinativi arriva dopo 16 mesi di crescita ininterrotta: si tratta del primo record negativo da aprile 2017. Anche su base congiunturale il calo è il peggiore da gennaio 2018.

Il mondo dell'economia è preoccupato. «C'è ansia - ha detto il presidente della Confindustria, Vincenzo Boccia, ieri, durante il convegno dell'Associazione dei private banker - la politica non deve cavalcarla ma deve essere parte della soluzione». «Mi preoccupa la propensione alla prudenza - ha aggiunto, citando i dati Istat su settembre - significa incertezza sul futuro, c'è ansia nel mondo dell'economia». In sintonia con questa preoccupazione, le reazioni di una parte del mondo politico. I numeri «confermano la fase di forte rallentamento che sta interessando l'economia italiana, che ha ormai toccato la crescita zero» ha spiegato Renato Brunetta. Citando la frenata di tutta l'Eurozona, il responsabile economico di Forza Italia considera «prevedibile che questa crescita zero si trasformerà già nei prossimi mesi in una crescita negativa del Pil, ovvero in una recessione Altro che crescita al +1,5% per il 2019 come ha stimato il governo». Una previsione che purtroppo sembra confermata dalle notizie che arrivano da Assolombarda, l'associazione delle imprese di Milano, Lodi e Brianza.

Dopo un 2017 di forte sviluppo, col 60% delle imprese in espansione, e dopo un 2018 comunque positivo, «il rallentamento congiunturale in corso - ha dichiarato il vicepresidente di Assolombarda Fabrizio Di Amatosi - si riflette sulle prospettive per il 2019, che evidenziano l'incertezza delle imprese: solo il 35% delle imprese prevede vendite in aumento e il 20% addirittura in diminuzione».

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