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"Norme evanescenti". La crisi di nervi dei commercialisti

"Norme evanescenti". La crisi di nervi dei commercialisti

Roma - Avviso agli automobilisti: ricominciate a pagare le multe perché la pace fiscale è già finita. Nell'ultimo mese, di fronte all'allettate prospettiva di una maxi-sanatoria, non c'era più nessuno che si affacciava agli sportelli comunali, tanto che gli uffici riscossione dei vigili urbani avevano registrato un brusco calo delle oblazioni. Ma adesso che è ricambiato tutto, pure gli accumulatori seriali di verbali e di contravvenzioni per eccesso di velocità e divieto di sosta dovranno darsi una regolata.

Un consiglio anche ai commercialisti: rimette nel cassetto i moduli e i ricorsi e preparate il Cognac per i vostri clienti. Ne avranno bisogno, visto che nell'ultima versione del provvedimento gli omessi o tardivi pagamenti verranno messi in regola dall'Agenzia delle entrate soltanto a chi ha dichiarato tutti i redditi.

Insomma, scusate tanto, abbiamo scherzato. Saltato il condono tributario, cancellata la dichiarazione integrativa speciale, quella che consentiva di sanare anche centomila euro, trasformata la pace fiscale in una blanda tregua. Cittadini delusi per l'ennesima promessa del governo non rispettata, dopo il rinvio del reddito di cittadinanza e della riforma delle pensioni. Associazioni di consumatori in subbuglio e pronte a ricorrere alla carta bollata. Tributaristi sull'orlo di una crisi di nervi, costretti a inseguire una normativa evanescente e in continua trasformazione.

Problemi pure per la fatturazione elettronica, il Grande Fratello dello scontrino tanto caro a Gigi Di Maio. Il Garante per la privacy ha infatti avvertito l'Agenzia delle entrate che il nuovo sistema, così come era stato progettato dal governo, «presenta rilevanti criticità in ordine alla compatibilità con la normativa in materia di protezione dei dati personali» e «confligge» con le leggi italiani e europee.

E del resto diversi dubbi di costituzionalità avvolgono l'intera riforma. Nei giorni scorsi era stata la Corte dei conti a lanciare l'allarme. Ascoltato in commissione Finanze, il presidente dei magistrati contabili Angelo Buscema aveva bocciato «un provvedimento che da un lato consente il versamento delle imposte con notevole ritardo senza aggravio alcuno, e dall'altro applica un'imposta sostitutiva inferiore a quella che avrebbero dovuto corrispondere alle scadenze ordinarie». Per non parlare del pericolo fuga dopo il versamento della prima rata: «Si segnala il rischio che il pagamento della sola prima rata degli importi dovuti venga utilizzato per fruire dei benefici che derivano dal perfezionamento della richiesta di definizione (cancellazione di sanzioni, eventuali misure cautelari, ecc) e per procrastinare gli atti». Cioè, lascio un acconto, blocco la macchina dell'Agenzia delle entrate e poi sparisco.

Con buona pace della pace fiscale.

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