Cronaca locale

Volontari pure sui treni per provare a salvare i disperati di Rogoredo

Un doppio obiettivo: sicurezza e recupero Regione sul campo con Zona e associazioni

Alberto Giannoni

«Agganciare i ragazzi». Intercettare i tossicodipendenti nel boschetto, in stazione, perfino sui treni. Questa è l'azione che sarà messa in campo per affrontare l'emergenza Rogoredo. Una «emergenza impressionate», l'ha definita l'assessore regionale al welfare Giulio Gallera, che ieri mattina ha incontrato sul posto i rappresentanti di Municipio e associazioni, portando in via Cassinis i vertici della sanità locale per mettere a punto un progetto che coinvolga tutti, per «fermare la situazione drammatica vista oggi».

Rogoredo è un macigno che pesa sulla coscienza di Milano e chi visita quel boschetto tocca con mano un abisso di disperazione e degrado che in città non si vedeva più da anni. Una situazione in peggioramento. Ecco come la descrive Alessandro De Chirico, che è tornato a Rogoredo dopo un mese, verificando passi indietro preoccupanti: «La vegetazione è cresciuta - ha raccontato - sono aumentati gli accampamenti e si è estesa la quantità di rifiuti. Per non parlare delle siringhe abbandonate. Ai tanti ragazzi che abbiamo visto sembrava non interessare nemmeno la nostra presenza: erano lì con l'unico intento di bucarsi».

Il dramma quotidiano di quei ragazzi in processione per cercare una dose è il principale fallimento di chi amministra il Comune. Un buco nero che fra l'altro compromette la «narrazione» di una città felice ed efficiente. Per Fs, «Rogoredo ora è una stazione come le altre». «Dopo le protezioni non registriamo più le intrusioni» ha detto ieri Francesco Fiumara, direttore centrale della Protezione aziendale di Fs, nel corso della presentazione a Milano di un progetto sulla sicurezza. Per Fs sarà un caso come gli altri, ma non lo è per i residenti, che patiscono gli effetti di un «indotto» dello spaccio che pervade l'intero quartiere. E non lo è nemmeno per i tossicodipendenti che a Rogoredo arrivano ormai da ogni dove, usufruendo paradossalmente di infrastrutture trasportistiche di prim'ordine.

«Bisogna recuperare queste persone, agganciarle e portarle via dalle mani degli spacciatori» l'appello di don Chino Pezzoli, fondatore di Promozine umana, comunità terapeutica con sede a San Giuliano. Lo cita Oscar Strano, presidente del Consiglio municipale che insieme a Paolo Bassi, il presidente del Municipio, ha invocato e prospettato «un metodo innovativo», «un cambio di passo», su due gambe: repressione da un lato, recupero dall'altro. Deve essere dichiarata una «guerra totale» alla droga. Sul fronte sicurezza, il Comune ha esitato troppo a lungo, adesso aspetta l'intervento del governo. La Polfer alla stazione sarà ripristinata, come ha annunciato il ministero dell'Interno sollecitato alla Camera da Federica Zanella, deputata del collegio.

Sul fronte del recupero, ecco l'intervento regionale. Gallera parla di un «percorso di monitoraggio delle aree più a rischio». Il grande lavoro di riduzione del danno - ha aggiunto - è «una presenza preziosa ma non basta». «Dobbiamo lavorare ad un progetto - ha detto - che ci aiuti ad intercettare e agganciare i ragazzi sul posto indirizzandoli verso i Sert, Smi e comunità di recupero attraverso percorsi di inclusione creati ad hoc».

Gallera indica l'obiettivo di «una prevenzione che va fatta a 360 gradi anche con il coinvolgimento di Trenord e Atm perché i treni che portano a Rogoredo sono diventati ormai anche luogo di spaccio e organizzazione di chi è diretto al boschetto».

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