Cronache

La denuncia di Mediterranea: "Forze armate libiche a bordo della Nivin"

Dopo 10 giorni di stallo durante quali i 71 migranti salvati nel Mediterraneo si sono rifiutati categoricamente di sbarcare, questa mattina le forze armate libiche hanno fatto irruzione a bordo. Arriva dalla nave Ionio la denuncia di Mediterranea, secondo la quale alcuni stranieri sarebbero rimasti feriti durante l’operazione

La denuncia di Mediterranea: "Forze armate libiche a bordo della Nivin"

Arriva in queste ore una svolta circa la situazione dei 71 migranti rimasti asserragliati a bordo della motonave Nivin, ferma da giorni al porto di Misurata (Libia). Stando alle ultime notizie, intorno alle 11:40 di stamane, l’esercito libico sarebbe salito a bordo dell’imbarcazione, ponendo fine ad una situazione di stallo che andava avanti da giorni.

I 92 migranti, soccorsi lo scorso 8 novembre da una nave mercantile panamense nel centro del mar Mediterraneo mentre cercavano di raggiungere i paesi dell’Europa, (prevalentemente originari dell’Africa sub sahariana) hanno protestato grandemente quando si è palesata l’intenzione di dirigersi verso la Libia.

La Nivin infatti ha fatto rotta proprio verso il paese nordafricano, suscitando le polemiche di diverse Ong.

“Secondo la legge internazionale, nessuno dovrebbe essere mandato in un posto dove la loro vita è a rischio” hanno infatti tuonato da Amnesty International, come riferisce “Tpi”.

Ad ogni modo, il 10 di novembre, la motonave ha raggiunto il porto di Misurata ed un’equipe medica è subito salita a bordo per sincerarsi delle condizioni dei migranti. Dei 92 solo 14, tuttavia, sarebbero scesi spontaneamente dalla nave, per la maggior parte minori non accompagnati o madri con figli. Tutti gli altri si sono invece categoricamente rifiutati, bloccando di fatto l’imbarcazione.

“Siamo disposti ad andare ovunque, ma non in Libia”, hanno ripetuto a gran voce a chiunque fosse disposto ad ascoltarli. Il loro timore, infatti, sarebbe quello di venire chiusi in qualche centro di detenzione e restare prigionieri.

Ad unirsi alla protesta dei 71 stranieri, anche la direttrice Amnesty International Heba Morayef.

“Le proteste a bordo del mercantile, ora ancorato nella rada di Misurata, dà una chiara indicazione delle condizioni terribili dei centri di detenzione libici per migranti e rifugiati, in cui torture, stupri, pestaggi, estorsioni e ulteriori violenze sono all’ordine del giorno”.

La situazione è dunque così andata avanti per dieci giorni fino ad oggi, quando è arrivata una comunicazione della Ong italiana, Mediterranea, che sta monitorando con attenzione ciò che avviene a bordo della Nivin. “Dalle 11.41 non si hanno notizie dei profughi a bordo, ci arrivano notizie di violenze con persone ferite in ospedale e altre ricondotte a forza nei centri libici” hanno dichiarato i volontari, come riporta “Repubblica”. “Italia ed Unione europea non permettano violenza su persone che lottano per non essere ancora torturate. Vogliamo conoscere la sorte di ciascuno dei profughi”.

Intanto da Unhcr arriva anche la notizia che le forze libiche sarebbero arrivate a sparare proiettili di gomma, e che 5 stranieri avrebbero riportato delle ferite.

Commenti