Cronache

Stefania Craxi: "Io vado a caccia di cinghiali. Ma non è crudeltà"

Al settimanale Chi, la senatrice di FI spiega che "i cinghiali sono diventati troppo numerosi, procurano danni all'agricoltura"

Stefania Craxi: "Io vado a caccia di cinghiali. Ma non è crudeltà"

Nei giorni in cui infuriano le polemiche per la decisione del sindaco di Mondaino (Rimini), Matteo Gnaccolini, che ha chiuso le scuole per permettere la cattura e l'abbattimento dei cinghiali che, a suo dire, infestano le colline, il settimanale Chi ha sentito una famosa sostenitrice delle ragioni di chi chiede a gran voce l’abbattimento selettivo, la senatrice Stefania Craxi, unica donna ammessa in un gruppo di 65 cacciatori che operano intorno a Capalbio, in Maremma.

"Ho imparato a essere cacciatrice di cinghiali qui in Maremma - dice alla rivista -.Questo è il mio buen retiro, in questa zona la caccia al cinghiale è la tradizione del posto, da centinaia di anni. E ultimamente i cinghiali sono diventati troppo numerosi, procurano danni all’agricoltura, sono un pericolo per gli abitanti e i turisti. È necessario rispettare l’ecosistema".

E ancora: "Non è possibile controllarli in altro modo. Non possiamo di certo sterilizzarli. Sono animali pericolosi, non gattini. Qui in Maremma la caccia non è uno sport, nessuno uccide per divertirsi, il cinghiale si mangia. La caccia in Italia è un’attività molto regolata: ci sono divieti, specie protette, regolamenti sulle armi. Le regole vanno sempre rispettate. La prima causa di morte sono gli incidenti domestici: che facciamo aboliamo lavatrici e ferri da stiro? Se si rispettano le regole non succede. Io per andare a caccia ho preso la licenza superando un esame e ho imparato a sparare al poligono".

La senatrice di FI è convinta di quello che dice, ma di parere diametralmente opposto è la compagna di partito, Michela Vittoria Brambilla, da sempre paladina della causa degli animali, che sentita da Chi a proposito di questa polemica sull'abbattimento selettivo dei cinghiali ha detto il suo pare: "La caccia è praticata “'per divertimento' da chi prova gusto a uccidere animali. Non va confusa con il controllo di specie cosiddette 'invasiv'”. Il controllo è generalmente realizzabile attraverso metodi non cruenti e misure che favoriscono il ripristino del naturale equilibrio degli ecosistemi: secondo le specie, tramite recinti elettrificati, reti, dissuasori, reti di rinforzo e sterilizzazioni, oppure mediante eliminazione del foraggiamento, delle discariche abusive, e ripristino degli habitat.

In prospettiva, va abolita la caccia, che costa la vita a milioni di animali ogni anno e che nelle ultime stagioni ha prodotto 217 morti e 804 feriti tra le persone".

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