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Giovani: al Nord si fa meno sesso rispetto al Sud

Un'indagine della Fondazione Foresta ha coinvolto oltre duemila giovani delle città di Padova e Lecce, evidenziando diversi comportamenti tra Nord e Sud, soprattutto in tema di sessualità e consumo di droghe

Giovani: al Nord si fa meno sesso rispetto al Sud

Il mondo dei giovani è complesso e ha bisogno di un'attenzione costante, in particolare su aspetti quali la sessualità e il consumo di droghe. Questo è lo scopo della doppia indagine svolta in parallelo intervistando oltre duemila giovani di due città, Padova e Lecce, evidenziando differenze di comportamento tra i ragazzi del Nord e quelli del Sud. Un disagio giovanile che si concretizza con il ricorso alla pornografia on line, con l'utilizzo di droghe leggere o con avventure sessuali non protette. La doppia ricerca, effettuata dai ricercatori dell'Università di Padova, ha visto coinvolti 1.426 studenti veneti e poi altri 891 pugliesi, nell'ambito del progetto di prevenzione andrologica DiGit-Pro promosso dalla Fondazione Foresta Onlus. Lo stesso presidente, il professor Carlo Foresta, ha voluto commentare così: “Gli stili di vita sono per il sistema endocrino-riproduttivo dell’uomo fattori di rischio per l’infertilità e per il funzionamento endocrino del testicolo e per la sessualità.”

I risulati della ricerca saranno presentati tra venerdì 30 e sabato 1 dicembre, durante un convegno che si terrà al Castello Carlo V di Lecce. Andando nel dettaglio della ricerca, si può constatare come la composizione familiare dei giovani della provincia di Lecce sia più numerosa, poiché risulta che solo il 12% dei ragazzi è figlio unico, contro il 18% di Padova. L'età media dei genitori è compresa tra i 49 anni delle madri e i 52 dei padri. Inoltre, i giovani leccesi, rispetto ai padovani, considerano le istituzioni come la famiglia, gli insegnanti e i medici di scarso riferimento per l'approccio a tematiche come la sessualità e le malattie del sistema endocrino-riproduttivo e sessuale.

Altro dato che risulta dall'indagine riguarda l'altezza dei giovani del terzo millennio. I giovani maschi del Nord son due centimetri più alti rispetto a quelli di Lecce - 179,4 contro 177,4 centimetri - mentre le ragazze padovane son soltanto un centimetro più alte rispetto alle coetanee leccesi (165 contro 164 cm). Questa disparità può essere la conseguenza di un più alto tasso di inquinamento ambientale nel Nord che, interferendo soprattutto con l'attività degli ormoni maschili, può determinare proprio nel maschio un aumento degli arti e quindi dell'altezza generale. A tal proposito è stato dimostrato che nei giovani padovani si determina uno squilibrio tra la lunghezza del tronco e quella delle gambe, esprimendo un ritardo nel blocco della crescita per la presenza di sostanze inquinanti che interferiscono con gli ormoni maschili.

Un altro aspetto considerato è quello riguardante il fumo, l'alcool e le droghe. I giovani leccesi consumano più sigarette rispetto a quelli di Padova. Si è riscontrato anche un incremento del consumo di alcolici nel fine settimana e un aumento del ricorso a sostanze, in particolare la marjiuana. Un dato che sorprende è che le ragazze di Lecce dichiarano di assumere sostanze stupefacenti molto più di frequente rispetto alle padovane e anche più spesso degli stessi maschi leccesi. Sotto l'aspetto sessuale, invece, quasi il 50% dei giovani leccesi ha dichiarato di avere rapporti non protetti, rispetto al 35% dei coetanei di Padova. Ovviamente ciò si ripercuote anche nell'uso più diffuso, sia a Lecce che a Padova, della pillola del giorno dopo.

Andando più a fondo nell'analisi della sfera sessuale, si riscontrano frequenti difficoltà erettive e assenza di desiderio sessuale: le motivazioni possono avere diverse interpretazioni. Gli atteggiamenti disinvolti di alcune ragazze creano una specie di inibizione nei coetanei, una condizione che può divenire una vera e propria patologia quando la sessualità multimediale prende il sopravvento. Proprio quest'ultimo aspetto è sempre più presente tra i giovani: il 90% dei maschi ha dichiarato di collegarsi a siti pornografici. Inoltre sia i maschi che le femmine utilizzano questa modalità per l'autoerotismo, con un'elevata frequenza (90% nei ragazzi e 43% nelle ragazze). Sulle abitudini sessuali emerge un dato da approfondire: una percentuale tra il 10 e il 19% dichiara una sessualità fluida: ciò si riscontra maggiormente tra le ragazze, sia di Padova che di Lecce.

L'indagine svolta a Lecce durante quest'anno ha visto la partecipazione di 891 studenti (479 maschi e 412 femmine), tra i 18 e i 21 anni, frequentanti gli istituti superiori del capoluogo leccese e della provincia che hanno aderito al progetto DiGit-Pro. La stessa tenutasi a Padova nel 2017, invece, ha riguardato 1.426 studenti della stessa fascia di età (825 maschi e 601 femmine), di 19 istituti superiori del capoluogo e della provincia. Lo studio padovano ha visto coinvolti come responsabili scientifici per la parte psicologica Luca Flesia e Francesca Cavalieri. Hanno partecipato anche gli psicologi Stefano Angelini ed Enrico Tonon, i medici Umberto Valente, Nicola Cacco, Antonio Anastasia, Davide Daloisio e Patrizio Giannini. Infine, hanno collaborato Marta Ghisi e Gioia Bottesi del Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università degli Studi di Padova.

Dunque, come citato, presso il Castello Carlo V di Lecce si terrà il XIII Convegno di Medicina dal titolo "I nuovi confini dell'aging: tra fisiologia e patologia". Sarà presieduto dal professor Foresta e dal dottor Andrea Lenzi e verranno presentati i risultati dello studio condotto da ricercatori dell'Università di Padova, che dimostrano la correlazione tra obesità nel maschio, osteoporosi e ipogonadismo. Sabato 1 dicembre, invece, nella stessa sede si terrà il secondo convegno dal titolo "La salute sessuale e riproduttività dei giovani: significato clinico e ruolo delle reti territoriali".

In questa occasione verranno illustrate le differenze sullo stile di vita e i comportamenti a rischio dei giovani coinvolti nell'indagine statistica.

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