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È morto George H. W. Bush: da petroliere a presidente Usa

Il 41° presidente degli Stati Uniti, George H. W. Bush, aveva 94 anni. Padre dell'ex presidente George W. Bush e dell'ex governatore della Florida, Jeb Bush, era stato deputato, ambasciatore all'Onu per gli Usa, diplomatico in Cina e capo della Cia. Poi gli anni della Casa Bianca, prima con Reagan e poi come presidente

È morto George H. W. Bush: da petroliere a presidente Usa

Si è spento l'ex presidente degli Stati Uniti George H. W. Bush: ha compiuto 94 anni il 12 giugno scorso. Pochi mesi fa aveva dato l'ultimo saluto a sua moglie Barbara, scomparsa il 17 aprile a 92 anni.

Padre dell'ex presidente George W. Bush e dell'ex governatore della Florida, Jeb Bush, George Herbert Walker Bush era stato vicepresidente durante i due mandati di Ronald Reagan, prima di essere eletto presidente nel 1988. Alla Casa Bianca era rimasto solo quattro anni, avendo perso l'elezione per il secondo mandato, sconfitto dal democratico Bill Clinton. Una "bocciatura" che gli era pesata molto, visto e considerato che aveva lavorato bene e persino vinto una guerra (contro Saddam Hussein). Bisogna ricordare, però, che nella débâcle repubblicana del novembre 1992 pesarono - e non poco - i voti presi dal candidato indipendente Ross Perot.

Nato a Milton (Massachusetts) il 12 giugno 1924 da Prescott Bush (senatore dal 1952 al 1963) e da Dorothy Walker Bush, la sua era una delle famiglie più in vista dell'aristocrazia finanziaria della costa orientale americana. Dopo gli studi nella prestigiosa Phillips Academy di Andover (fondata nel 1778 ai tempi della rivoluzione americana), ebbe un "battesimo di fuoco" al servizio del suo Paese. A soli 18 anni, infatti, decise di arruolarsi nell'aviazione, dopo l'attacco di Pearl Harbor. Ufficiale pilota della U.S. Navy, durante una missione, che portò a termine con successo, fu abbattuto dai giapponesi: ottenne per questo una decorazione. Finito il conflitto si iscrisse all'università a Yale. Sposatosi con Barbara Pierce nel 1945, tre anni dopo si laureò in Economia. Si trasferì poi in Texas, con la famiglia, iniziando a occuparsi di petrolio. Fece fortuna nel business dell'oro nero, al punto che, a soli quarant'anni, era milionario.

Ma nonostante i successi nel lavoro aveva il pallino della politica, sicuramente trasmessagli dal padre. Dopo un primo tentativo andato male nel 1964 (fu sconfitto dal senatore democratico Ralph Yarborough) due anni dopo Bush riuscì a farsi eleggere alla Camera dei Rappresentanti, e fu rieletto nel 1968, anno importante per i repubblicani, visto il successo di Richard Nixon alla Casa Bianca. Il presidente apprezzò molto le qualità di Bush, quella sua voglia di battersi senza alcuna paura, anche quando le possibilità di vincere erano ridotte al lumicino. E per premiare questo brillante quarantenne lo nominò ambasciatore alle Nazioni Unite, incaricò che Bush ricoprì dal 1971 al 1973. Nel momento più duro per l'amministrazione Nixon, durante lo scandalo Watergate, il presidente gli chiese di guidare il Partito Repubblicano. Finita l'era Nixon, la carriera di Bush si orientò nel campo della politica internazionale. Il nuovo presidente Gerald Ford, infatti, lo mandò a Pechino a guidare l'ufficio diplomatico. Il periodo era tuttaltro che facile nei rapporti tra Usa e Cina, nonostante lo storico viaggio di Nixon nella Repubblica popolare cinese (1972). In Cina Bush lavorò molto bene, contribuendo ad avviare solidi rapporti diplomatici tra Pechino e Washington. In un altro momento difficile per il suo Paese, in cui la Cia fu investita da uno scandalo per alcune attività illegali, Ford lo nominò a capo dell'agenzia di intelligence. Incarico che ricoprì fino all'ingresso di Jimmy Carter alla Casa Bianca. Il ritorno in Texas, però, fu breve.

Bush decise di dare battaglie alle primarie repubblicane del 1980. Dalla sua parte aveva l'ala centrista-moderata del partito repubblicano. Ma non ce la face: troppo forte, infatti, era la forza dell'ala destra, magistralmente rappresentata dall'ex attore (nonché ex governatore della California). Reagan lo premiò portandolo con sé alla Casa Bianca, come vice, anche per le indiscutibili esperienze di Bush in politica estera. Gli otto anni come braccio destro di Reagan furono molto importanti, anche se Bush rimase sempe un passo indietro, come previsto dalla Costituzione americana. Nel 1988, però, arrivò il suo turno e riuscì a farsi eleggere presidente, sconfiggendo il democratico Michael Dukakis.

Furono anni memorabili, non solo per l'America ma per tutto il mondo: la caduta del Muro di Berlino, la fine della Guerra fredda e della stessa Unione Sovietica. Bush si diede da fare soprattutto in politica estera. Non solo perché era il suo pane, ma perché lo richiedeva il momento storico. Nonostante i successi raccolti (non da ultimo la guerra lampo che pose fine all'invasione del Kuwait decisa da Saddam Hussein), Bush non riuscì a raccogliere i frutti del suo lavoro. Il giovane e rampante Bill Clinton, ex governatore dello sperduto Arkansas, lo sconfisse. Bush fu battuto soprattutto per due cose, vediamo quali: i voti strappati dal candidato indipendente Ross Perot (prese oltre 19 milioni di voti, pari al 18,9%); la mancata promessa di ridurre le tasse, dopo che la campagna elettorale di Clinton bombardò le tv con uno spot in cui si vedeva Bush che, nel 1988, pronunciava la seguente frase: "Read my lips: no new taxes" (leggete le mie labbra: nessuna nuova tassa). Ma poi fu costretto ad alzarle. E gli americani non glielo perdonarono.

La frase che costò il secondo mandato a Bush

La cerimonia di giuramento di Bush (20 gennaio 1989)

Barbara e George, una vita insieme

George e Barbara hanno vissuto insieme 73 anni. Nata a Flushing, quartiere del Queens, nel 1925, Barbara era la terzogenita di Marvin Pierce, presidente della McCall Corporation, editrice di Redbook and McCall’s, una rivista molto popolare. Sua madre, Pauline Pierce, era figlia di un giudice della Corte Suprema dell’Ohio. Uno dei suoi antenati era Franklin Pierce, 14° presidente degli Stati Uniti.

Barbara conobbe il suo futuro marito in una serata di ballo di Natale in un prestigioso country club di Greenwich (Connecticut) nel 1941. Lui dopo l’accademia militare si arruolò nell’U.S. Navy e battezzò il proprio aereo “Barbara”. Tornato dalla guerra Bush sposò la sua Barbara nel gennaio 1945. Lei per convolare a nozze lasciò l’esclusivo Smith college. La giovane coppia si trasferì a New Haven, Connecticut, dove Bush si iscrisse all’università di yale. Perfezionati gli studi la famiglia si trasferì in Texas, nel 1948, dove George iniziò a lavorare nel settore del petrolio.

Insieme ebbero sei figli, quattro maschi e due femmine: George Walker Bush (1946), Pauline Robinson “Robin” Bush (morta nel 1953 a soli 4 anni per leucemia), John Ellis “Jeb” Bush (1953), Neil Mallon Bush (1955), Marvin Pierce Bush (nato nel 1956), Dorothy “Doro” Bush Koch (1959).

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