Cronaca locale

"Niente più aho". E in Campidoglio arriva il bon ton grillino

Il numero due del Camidoglio, Marcello De Vito, vieta l'utilizzo dell'espressione "aho" in aula

"Niente più aho". E in Campidoglio arriva il bon ton grillino

Attenzione, il Movimento Cinque Stelle si cimenta nell’ennesimo dietrofront, stavolta di tipo linguistico. A quanto pare il presidente dell’assemblea capitolina, Marcello De Vito, ha scoperto il bon ton e messo al bando l’utilizzo della romanissima espressione “aoh” dai piani nobili di Palazzo Senatorio.

La novità, come racconta Il Messaggero, è di ieri ed è stata concepita durante il classico alterco tra consiglieri di segno opposto. Sembra che il numero due del Campidoglio sia sbottato nel bel mezzo della bagarre. Non avrebbe gradito le maniere poco garbate con cui i membri del consiglio comunale si sarebbero apostrofati tra loro. E in particolare proprio quell’esclamazione scappata dalla bocca di chissà chi in un momento d’ira. Allora, dallo scranno più alto dell’aula Giulio Cesare, con tono imperioso avrebbe detto: “L’espressione Aho! in questa aula non si usa”. Non una vera e propria regola, sottolinea l’edizione romana de Il Messaggero, bensì una raccomandazione che suona inusuale per un pentastellato.

Se Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista non esitano a definire i giornalisti “puttane” e Beppe Grillo ne mangerebbe volentieri qualcuno solo per il gusto di vomitarlo, guai ad esclamare “aho” ad un collega d’aula in presenza di Marcello De Vito. Tu chiamali se vuoi cortocircuiti pentastellati. Questo, per di più, si è verificato ad un mese di distanza dalla “liberalizzazione” della bestemmia. All’inizio di novembre, infatti, la giunta Raggi ha varato il

html" data-ga4-click-event-target="internal">nuovo regolamento di polizia urbana cancellando il divieto di “proferire in pubblico o in luoghi aperti al pubblico bestemmie o frasi offensive per il rispetto e la pietà altrui”.

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