Economia

Mediobanca, il patto vincola il 20%

Accordo «light» tra i soci, compresa Unicredit. Durerà fino al 2021

La sede di Mediobanca in piazzetta Cuccia, a Milano
La sede di Mediobanca in piazzetta Cuccia, a Milano

Via libera dei grandi soci di Mediobanca all'accordo di consultazione che prende il posto del patto di sindacato e vincola il 19,82% del capitale. L'intesa si rinnova automaticamente per periodi di tre anni, fra i partecipanti che non ne abbiano dato disdetta almeno tre mesi prima della scadenza originaria o prorogata.

Al patto «light», approvato ieri all'unanimità, parteciperanno 14 soci già riuniti in quello che scadrà a fine anno, con le eccezioni della Financiere du Perguet di Vincent Bolloré (che prima della disdetta anticipata di settembre aderiva con il suo 7,9%) e della Italmobiliare della famiglia Pesenti, che avevano dato disdetta negli ultimi mesi. Il perno sarà Unicredit (primo azionista con l'8,4%), a cui si uniranno in primo luogo il gruppo Mediolanum (3,2%) di Ennio Doris che fin dalle prime battute si è molto speso per trovare la quadra tra le diverse anime («Credo sia la cosa migliore, siamo tutti d'accordo», ha detto ieri), e la Edizione della famiglia Benetton (2,1%). Con il nuovo accordo i soci potranno liberamente uscire e vendere azioni, o al contrario acquistarle, in ogni momento. Ciò significa che per la prima volta il flottante rappresenterà quasi la totalità del capitale. Non solo: chi aderisce all'accordo si impegna a non presentare una lista per il cda e non vi è alcun obbligo di voto congiunto in assemblea. Non è, inoltre, prevista una soglia minima al di sotto della quale scatterebbe automaticamente lo scioglimento. Infine, all'interno del nuovo patto «a fini istruttori e organizzativi i partecipanti eleggono un comitato formato da tre o quattro componenti tra cui il presidente dell'accordo», si legge nel testo firmato dagli azionisti.

L'istituto guidato da Alberto Nagel martedì ha portato a casa anche la proroga - arrivata nell'ambito del misure varate dall'Ecofin - del «Compromesso danese», ovvero la possibilità per gli istituti di credito di non dedurre dal capitale le partecipazioni detenute nelle assicurazioni.

Il Core Tier 1 (l'indice di tenuta patrimoniale) di Mediobanca, alla luce del 13% detenuto in Generali, può quindi restare al 14,2%.

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