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Eletti ricattati e multe illegali Ecco il «partito degli onesti»

La penale prevista dal regolamento è incostituzionale. I parlamentari hanno il diritto di cambiare gruppo

Eletti ricattati e multe illegali Ecco il «partito degli onesti»

È davvero il governo del cambiamento, e il Movimento Cinque Stelle è davvero «il nuovo», perché non s'era mai visto dare (o minacciare, vedremo come andrà a finire) centomila euro di multa a un parlamentare che abbandona il proprio gruppo: e che, per giunta, non l'abbandona per rovesciare una maggioranza, non l'abbandona per fare cadere un governo, ma l'abbandona perché è malato, gravemente malato, ed è deluso perché alla faccia delle promesse il suo partito non accoglie le istanze sulla disabilità.

Pazzesco. Eppure è così. Matteo Dall'Osso, 40 anni, parlamentare pentastellato dal 2013, è malato, ha la sclerosi multipla, e ieri al Giornale ha spiegato perché ha deciso di passare a Forza Italia: «Mi è stato chiesto di ritirare i miei emendamenti a tutela dei disabili». Ha aggiunto: «Mi sono sentito solo, in parte tradito, umiliato». Proprio così, ha usato il verbo «tradire» perché il suo partito gli aveva detto che si sarebbe battuto per i disabili, e magari, en passant, l'aveva pure usato come bandiera in campagna elettorale. Eppure per il Politburo e per il popolo grillino il traditore è lui, sui social partono insulti e minacce di morte perché ha cambiato partito, e quindi - secondo il regolamento - dovrà pagare la penale di centomila euro prevista dal codice etico interno.

Ora, ci sarebbe una cosa da dire subito, su questa storia della penale prevista dal codice etico. Come tutti sanno, la Costituzione non prevede il vincolo di mandato, quindi ciascun parlamentare è libero di cambiare, legittimamente, il proprio gruppo di appartenenza. La penale prevista dal codice etico è dunque incostituzionale, illegale, alla faccia della legalità sbandierata dai Cinque Stelle. E tuttavia, dobbiamo ammettere che si tratta di un'illegalità che molti italiani considerano giusta, perché si pensa che troppi deputati e senatori abbiano cambiato casacca in corsa, e che si debba mettere fine a questo andazzo. È un sentimento molto comune che va capito e rispettato, perché ha le sue ragioni. Con questo discorso, i grillini hanno fatto accettare agli italiani le penali contro «i traditori».

Ma tutto questo è falso, è una balla propagandistica, è una menzogna, perché il codice etico del Movimento Cinque Stelle non prevede la penale solo per chi cambia partito dopo essere stato eletto. Citiamo testualmente: «Ciascun parlamentare, in caso di:

- espulsione dal gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle e/o dal MoVimento 5 Stelle;

- abbandono del gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle e/o iscrizione ad altro gruppo parlamentare;

- dimissioni anticipate dalla carica non determinate da gravi ragioni personali e/o di salute ma da motivi di dissenso politico;

sarà obbligato a pagare al MoVimento 5 Stelle, entro dieci giorni dalla data di accadimento di uno di quegli eventi sopra indicati, a titolo di penale, la somma di euro 100.000».

Ora, lasciando perdere quell'«entro dieci giorni» (chi non ha 100.000 euro sul conto corrente?), balzano all'occhio due cose.

La prima è che la multa non è solo per chi lascia il M5s per andare in un altro partito (comma secondo), ma anche per chi viene espulso (comma primo). La differenza è enorme. Vuole dire che ciascun parlamentare sa che, se non obbedisce in tutto e per tutto ai capi, può venire espulso dal gruppo e deve pagare 100mila euro, anche se non si sogna di passare a un altro partito. Questo vuole dire, molto semplicemente, che chi è eletto con il M5s esercita il proprio mandato sotto ricatto.

La seconda riguarda le «gravi ragioni personali e/o di salute» (comma terzo). Che malattia deve avere un parlamentare, se la sclerosi multipla è considerata non «grave»? Si dirà che Dall'Osso non ha lasciato il parlamento ma è passato a un altro gruppo. Ma abbiamo visto che questa storia del cambio casacca è una menzogna per ingannare i gonzi, perché la multa c'è anche per chi viene espulso. E poi la motivazione della decisione di Dall'Osso sta in un fatto oggettivo, tangibile, che è il ritiro degli emendamenti pro disabili.

Questa è la libertà del partito degli onesti.

E questa è la sua attenzione alle persone che soffrono.

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