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Né Icardi, né Ronaldo quando conta c'è la testa di Mario

Il croato, sottovalutato, è ancora decisivo La conferma di campione imprescindibile

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Non Ronaldo e non Dybala: le stelle stanno a guardare a meno che non ci rassegniamo a pensare che Mandzukic sia stella come e più degli altri. Squarcia partita e Inter con la solita testata che gli vale il settimo gol del campionato, ottavo della stagione, regala la vittoria 14 su 15 alla Juventus e cancella quel che restava (restava?) di sogni scudetto in nerazzurro.

Mauro Icardi, 8 gol in carriera alla Signora, da solo come quasi nessuna squadra in Serie A negli ultimi 6 anni, veste per una notte l'abito dell'uomo assist, ma i compagni (prima Gagliardini, clamoroso, poi Politano, meno: fuori entrambi prima della fine) non sfruttano ciò che lui offre, a dimostrazione per un centravanti il vero modo l'unico modo di giocare per la squadra è di farlo con i gol, e il resto sono frottole.

Nella prima volta da ex Pallone d'Oro dopo due anni, Cristiano Ronaldo resta a secco dopo un mese e per la seconda negli ultimi 2. Zero gol anche Dybala, che esce a muso lungo quando mancano ancora 20 minuti di partita, e zero gol per tutta l'Inter, che scivola a meno 14 (o meglio: resta a + 5 dal quinto posto, l'unica cosa che conta).

Otto minuti di nulla, tanto che hai l'impressione che il sabato del villaggio questa settimana cada di venerdì, fino al primo lampo di CR7: cross che bacia la fronte di Dybala, ma il pallone finisce alto di una spanna o poco più. Ronaldo si vede di più, cerca il pallone, insegue il gol e soprattutto l'applauso sempre con lo stesso numero, tentato a ripetizione. Più che di doppio passo, trattasi di finte da spavento, con gli avversari una volta Politano, l'altra Asamoah, quasi mai Skriniar che finiscono per cascarci proprio per paura. Icardi è più nell'ombra, come nascosto, con Chiellini che dietro quell'ombra si nasconde con la solita ferocia. Eppure, Maurito dal nulla o quasi serve allo sciagurato Gagliardini poco meno che un rigore in diagonale e in movimento. Appunto, in diagonale e in movimento e quindi sul palo, con Szczesny disteso in terra e già rassegnato. Juve salva due volte in 50 secondi: prima il palo e poi il mezzo sgambetto che Icardi e Perisic si fanno in mezzo all'area. Lampi di Inter in mezzo a tanta Juve compresa una velleitaria rovesciata di Ronaldo verso la stessa porta in cui ha scritto una pagina di storia, stavolta con esito decisamente differente: niente standing ovation.

Fatto il gol, sbloccata la partita, la missione Juve sembra quella di portare al gol anche Ronaldo, serve tutto nell'era della Borsa e del brand da valorizzare. Nulla. CR7 corre, lotta, sgomita, calcia le punizioni (male come sempre da quando veste in bianconero), ma davvero non è serata.

Diciamocelo francamente: per quanto bella, non sembra nemmeno Juve-Inter.

Poche botte, nessuno che si arrabbia veramente, arbitro che non ha nemmeno una possibilità per poter sbagliare qualcosa: a Cristiano devono essere sembrate balle quelle cose che aveva sentito dire sul derby d'Italia.

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