Economia

La battaglia delle offerte scalda Astaldi in Borsa: +23%

Sfida tra Salini Impregilo, la giapponese Ihi e i francesi di Vinci. A cinque giorni dal termine per il concordato

La battaglia delle offerte scalda Astaldi in Borsa: +23%

La sfida per la conquista di Astaldi mette le ali al titolo che in una giornata nera per Piazza Affari (l'indice Ftse Mib ha chiuso in perdita dell'1,77% a 18.410 punti) archivia la seduta con un rialzo record: il guadagno a fine seduta è stato del 23,2% a 0,62 euro. A spingere gli acquisti della società di costruzioni finita in concordato per una profonda crisi finanziaria, il profilarsi all'orizzonte di una sfida a suon di offerte da parte di diversi grandi big del settore: Salini Impregilo, il gruppo giapponese Ihi e il gruppo francese Vinci sarebbero tra i probabili contendenti. Ma a cinque giorni dal termine per la presentazione del piano di concordato (16 dicembre) sarebbero in tanti ad aver messo gli occhi sulla società di costruzione. Un aspetto che rende più probabile e imminente la richiesta di una proroga per la presentazione del piano di salvataggio. In ogni caso, è sempre più probabile che il gruppo sarà oggetto di uno spezzatino e non venga acquisito per intero da un solo operatore: insomma concessioni e costruzioni prenderanno strade diverse.

Salini Impregilo che per primo ha messo gli occhi sulla storica rivale starebbe per formalizzare la proposta con uno o più partner finanziari con cui entrare in partita e che supportino la dispendiosa operazione. La selezione riguarderebbe fondi e soci finanziari interessati a supportare Salini nella conquista di una parte (le costruzioni) di Astaldi, gravata da 1,8 miliardi di debiti senza appesantire i propri fondamentali (il debito del general contractor romano è di 1,1 miliardi).

Un'alleanza fondamentale poiché, secondo gli analisti, la società guidata da Pietro Salini «ha troppi debiti per poter puntare a rilevare tutta Astaldi, a sua volta molto indebitata», ha detto un analista sottolineando perché ieri il titolo abbia perso il 3,4% a 1,67 euro. «Nel caso si procedesse su questa via, il soggetto post aggregazione si troverebbe con un rapporto tra debito ed ebitda di 3 volte. È quindi più probabile che, in caso di accordo, Salini subentri ad Astaldi solo in alcuni progetti comuni in Italia».

Intanto ieri Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo, banca creditrice di Astaldi insieme a Unicredit, Banco Bpm e Bnp Paribas, ha «benedetto» una eventuale operazione di salvataggio spiegando che il «primo obiettivo» di Intesa sul fronte della possibile integrazione tra Astaldi in procedura concorsuale e Salini Impregilo è «il mantenimento delle capacità imprenditoriali del nostro Paese in tutti i settori, in particolare in quello della costruzione di infrastrutture. Se poi ha precisato - questo deve avvenire attraverso dei consolidamenti ben venga, ma sono decisioni che spettano alle società interessate».

Sul fronte finanziario, Astaldi sta intanto negoziando i termini di un prestito ponte da 200 milioni con Fortress e un altro fondo per garantirsi la continuità aziendale.

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