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Bimbi stranieri esclusi dalla mensa. I giudici bocciano il sindaco di Lodi

La leghista aveva imposto agli immigrati di presentare i certificati sulle proprie proprietà per ottenere le agevolazioni scolastiche. Ma per i giudici di Milano è discriminazione

Bimbi stranieri esclusi dalla mensa. I giudici bocciano il sindaco di Lodi

Alla fine a decidere è stato, ancora una volta, un giudice. Che al tribunale di Milano ha dato ragione alle associazioni Asgi e Naga che, in un ricorso presentato mesi fa, avevano accusavano il sindaco di Lodi Sara Casanova di "discriminazione". Tutta colpa di una delibera che restringeva l'accesso ai servizi scolastici, tra cui mensa e scuolabus, per figli dei cittadini extracomunitari che non avessero presentato la documentazione corretta sulle proprietà nei Paesi di origine. Il provvedimento aveva colpito 200 famiglie che, non avendo presentato i documenti in Comune, erano state obbligate a pagare il ticket da 5 euro al giorno per la mensa scolascita. Ne era venuta fuori una polemica infinita.

Oggi il tribunale di Milano ha ordinato al Comune di Lodi di modificare il regolamento in modo da consentire ai cittadini extracomunitari di presentare la domanda mediante la presentazione dell'Isee "alle stesse condizioni previste per i cittadini italiani e dell'Unione Europea in generale". L'accusa rivolta alla Casanova è di aver chiuso la mensa scolastica ai figli degli immigrati. In realtà il primo cittadino leghista aveva rivisto il regolamento comunale per fare in modo che le agevolazioni finiscano solo a chi ne ha realmente diritto. Per ottenerle gli stranieri devono fornire la documentazione del Paese di origine dove questi potrebbero avere anche altre disponibilità economiche. Ma per i giudici di Milano questa è discriminazione. Il Comune di Lodi è stato anche condannato a rifondere le spese processuali alle due associazioni che hanno presentato il ricorso. "Si tratta di una grande e piena vittoria di chi, negli ultimi tre mesi hanno condotto una lunga battaglia anche per aiutare i bambini discriminati dal Regolamento", hanno esultato invitando chi volesse a ritrovarsi sotto la sede del Comune, in piazza Broletto a Lodi, per festeggiare la sentenza a favore.

"Perché bisogna regalare la mensa gratuita a chi magari in patria è proprietario di immobili? - si chiede Paolo Grimoldi - perché un cittadino italiano per accedere ad una tariffa agevolata deve dimostrare di non possedere immobili e pretendere altrettanto da un cittadino extra Ue è discriminatorio?". L'amministrazione comunale di Lodi sta già valutando con gli avvocati se intraprendere azioni legali. Intanto, però, la sinistra esulta. Lorenzo Guerini parla di "regolamento ingiusto e illegittimo". Il capogruppo del Pd Graziano Delrio ha poi rincarato la dose chiedendo a Matteo Salvini le scuse: "La condotta discriminatoria del sindaco leghista di Lodi è anche colpa della sua propaganda xenofoba". "Hanno vinto tutti i bambini, le loro famiglie, migliaia di cittadini che non si sono voltati dall'altra parte - fa eco Maurizio Martina - hanno perso i seminatori quotidiani di paure e intolleranza".

A livello nazionale la Lega fa subito sapere che non ha alcuna intenzione di cambiare posizione. "Se l'indigenza non vale per chi possiede un immobile, magari acquistato mangiando cipolle per pagare il mutuo - commenta Roberto Calderoli - è chiaro che allora le tariffe agevolate o i sussidi diventano tutti esclusivi per gli immigrati che raramente acquistano casa". Questo è il discrimine sottolineato dal senatore leghista: chi ha un alloggio e magari campa con uno stipendio da 1200 euro e ne paga 500 di mutuo è considerato non indigente rispetto a chi con gli stessi 1200 euro e un affitto da 500 non è proprietario di una casa.

"Non credo che il discrimine basato sull'Isee sia giusto- tglia corto - ma perché il Comune di Lodi deve dare la mensa gratis a famiglie che non dimostrano di non possedere immobili in patria?".

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