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Il fantasma Zerovirgola: il tarocco del "numerino"

Il fantasma Zerovirgola: il tarocco del "numerino"

La differenza è zero. D'altronde, come si impara alle elementari, «lo zero dopo la virgola non conta».

Qualcuno nel governo deve averlo pensato, mentre si cercava il modo di abbassare l'importo della manovra senza fare la figura dei peracottari. E un giorno, forse, sapremo anche chi - nel bel mezzo di un vertice che si immagina tesissimo, fra caffè, cravatte allentate e calcolatrici fumanti - se ne è uscito con l'ideona, l'uovo di Colombo, l'Eureka in grado di risolvere l'impasse: «Beh, basta passare da 2,40 a 2,04. Tanto si legge sempre due e quattro, no?».

Che cos'è il genio? È incoscienza, pressappochismo, faccia di bronzo e malinteso senso del ridicolo. Nonché una spolverata di disprezzo per l'intelligenza dell'elettore medio. Al quale, evidentemente, la maggioranza attribuisce una competenza matematica pari a quella di un bambino di otto anni.

Ora, davanti a questo tarocco contabile che tanto somiglia a certe «cinesate» sulle bancarelle, l'elettore può reagire in diversi modi.

1) Per il fideista grillino le chiacchiere stanno a zero. Nega i vaccini, figuriamoci i «numeretti». E in particolare non crede in quella non-cifra, anche se in tanti gli dicono che finora la sua parte politica al governo è stata uno zero al quadrato. Lo zero è un circolino e noi diciamo basta alla politica dei circolini. Lo zero è solo un'illusione ottica inventata da «loro»: condividi se sei indignato!!1!!111!!

2) Per il leghista pragmatico, quello che odia l'Europa ma quando vede le figure di palta della Castelli e Toninelli si mette le mani in faccia come gli interisti con Asamoah, non è il caso di spaccare lo zero. Mi faccia due etti di deficit tagliato fine. Sono 2,4 che faccio, lascio? Interessato alle questioni di macroeconomia più o meno quanto ai diritti civili in Birmania, ha un unico chiodo: quota 100. Non derogherebbe neanche su quota 100,001, figuriamoci se venisse fuori quota 1000. Scoppierebbe un 48, o forse un 480.

3) Per l'elettore comune, invece, rimane quell'amarezza che lo prendeva quando la mamma gli comprava le scarpe Adadis e la maglia Mike e gli diceva che erano uguali a quelle dei suoi compagni. E il leggerissimo sospetto di essere al cospetto di un'accolita di imbroglioni da avanspettacolo che lo trattano come un pollo da spennare. Niente di più e niente di meno di un acquirente a cui rifilare robaccia a euro 9,99 pensando che non si accorga che sono quasi dieci.

In ogni caso, zero più o zero meno, il risultato è che tutti sotto l'albero il 2,4 dicembre troveremo il pacco di 100 miliardi di euro persi per un mese di fanfaronate.

E qui, purtroppo, gli zeri contano tutti.

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