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M5S, i ribelli pronti a lasciare: "Siamo più del 50% del gruppo"

All'interno del M5S si acuiscono le tensioni tra i parlamentari ribelli che contestano Salvini e Di Maio. La Nugnes sarebbe pronta a passare al gruppo misto

M5S, i ribelli pronti a lasciare: "Siamo più del 50% del gruppo"

Sono in arrivo nuove fibrillazioni all'interno del Movimento 5 Stelle. I senatori dissidenti che non votarono il decreto Sicurezza voluto da Matteo Salvini, ora, potrebbero lasciare il gruppo dei pentastellati per migrare verso il misto.

Paola Nugnes, la grillina più ribelle, secondo l'agenzia Agi, non parla ma avrebbe confidato ai suoi colleghi proprio questa intenzione che, probabilmente, diventerà realtà dopo l'approvazione della manovra finanziaria. "Non vogliamo dare alcun alibi", spiega uno dei dissidenti che rivela come la Nugnes non abbia digerito le comunicazioni che in questi giorni sarebbero arrivate via mail dal collegio dei probiviri dei Cinque Stelle. Nessuna espulsione in vista ma chi ha votato contro il decreto Sicurezza sarà sovergliato a vista, "ovvero verranno studiate le mosse di ognuno di noi", dicono i dissidenti. La Nugnes, inoltre, non sarebbe disposta a cedere sul sì al global compact e al "no" agli F35, mentre un altro nodo dirimente sarebbe la questione dell'autonomia per le Regioni del Nord, richiesta con forza dalla Lega. Alla senatrice, infine, non è piaciuto il comunicato diffuso dopo l'approvazione del decreto Sicurezza, dove "è stato messo nero su bianco che il Movimento è cambiato, che non esistono più i corpi intermedi ma soltanto un'unica linea".

Le tensioni, già registrate in estate dal Giornale.it, tra l'ala governativa che fa capo al vicepremier Luigi Di Maio e quella dei senatori anti-salviniani si fanno, perciò, sempre più forti. "Il malcontento nel gruppo al Senato si sta diffondendo sempre di più. Stiamo parlando di più del 50% del gruppo", spiega uno dei dissidenti. "Il Parlamento-mercato non mi entusiasma", commenta seccato Salvini che non nasconde di non amare i cambi di casacca.

"Se uno cambia idea molla la poltrona per quanto mi riguarda - continua nel corso di una conferenza a margine della cena della Lega Toscana a Firenze - e sicuramente non nasce un governo da venti-trenta-quaranta persone che cambiano partito".

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