Salute

Tumori, arriva la chemio munita di visori virtuali

In Italia si sta avviando il progetto “The Patient Dream” studiato dall’Istituto Nazionale Tumori “Regina Elena” di Roma. Il progetto ha creato un tipo di chemio più leggera, munita di visori virtuali che puntano alla qualità della vita del paziente

Tumori, arriva la chemio munita di visori virtuali

È in arrivo una nuova chemioterapia in Italia. Sarà più leggera e farà uso di visori virtuali.

Il primo centro in Italia a sperimentare questa nuova terapia per i malati oncologici è l’Istituto Nazionale Tumori “Regina Elena” di Roma. La nuova chemioterapia sarà munita di visori che permetteranno al paziente, mentre si trova in cura, di potersi immergere in una realtà virtuale, estraniandolo dall'attività in corso. Il progetto è stato presentato al Museo Maxxi ed è intitolato "The Patient Dream". I video proiettati sui visori virtuali verranno selezionati direttamente dal paziente. La visione durerà almeno due ore. Si potranno vedere contenuti a tema naturalistico, di viaggi, musica o di arte, senza l'uso del wi-fi o di cavi.

L’obiettivo di questo studio condotto dall’istituto “Regina Elena” è quello di ridurre lo stato di ansia e stress del paziente. La qualità della vita del paziente durante la terapia è un elemento importantissimo. Questo è il segnale evidente che l’oncologia moderna cerca di puntare molto sul rispetto e la valorizzazione della dimensione umana all’interno delle sue terapie più innovative.

Lo studio condotto dal Regina Elena ha prestato attenzione anche alle politiche di prevenzione del tumore della mammella. Dall’accurato studio è emerso che come tecniche di diagnostica non è più sufficiente la mammografia. Si stanno progettando altre tecniche di diagnostica più performanti e all’avanguardia. Il dato sconcertante è che l’adesione agli screening periodici presenta un enorme divario tra il Nord e il Sud del nostro Paese. Nel Trentino l’adesione agli screening periodici da parte delle donne raggiunge circa il 78%. Nel Sud Italia invece si raggiunge a malapena il 22% come accade nella regione Campania. Al Sud ci si ammala di meno per gli stili di vita, ma si muore di più perché si ha poca fiducia nei confronti della prevenzione.

Al Nord, al contrario, ci si ammala di più e si muore di meno.

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