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La Merkel non impara la lezione. Ora torna ad aprire ai migranti

Angela Merkel vuole riformare in senso estensivo il sistema dei permessi di soggiorno. Ma più migranti vuol dire meno sicurezza (e meno voti)

La Merkel non impara la lezione. Ora torna ad aprire ai migranti

Angela Merkel ne è convinta: per raggiungere la piena occupazione, quella che Donald Trump ha ottenuto per gli Stati Uniti, è necessaria l'introduzione di meccanismi giuridici che consentano l'accoglienza di ulteriori migranti.

La Bundeskanzlerin ha dichiarato di voler modificare le disposizioni che regolano gli ingressi nella nazione tedesca. Il governo ha già concretizzato i propositi riformistici della Cancelliera. Adesso bisognerà attendere l'approvazione delle nuove norme da parte del Bundestag.

La Germania si prepara così ad abolire alcune delle restizioni previste per la concessione dei permessi di soggiorno. Difficile, del resto, che il Parlamento si schieri in senso contrario. In sintesi: si potrà entrare in modo più semplice. Basterà rientrare all'interno di due fattispecie: possedere una qualifica da operaio specializzato e conoscere la lingua tedesca. Il fatto, dicono da Berlino, è che le aziende sono in difficoltà per via della differenza che intercorre tra domanda e offerta di lavoro. Si cercano, sostiene l'esecutivo guidato dalla Merkel, milioni di lavoratori.

Ma le aperture della Cancelliera in materia d'immigrazione hanno già contribuito a mettere in discussione la sua leadership politica. L'Afd, che sta populisticamente sfruttando la questione, rischia di uscire dalle elezioni europee di maggio con il bottino pieno. Il vertice del dicastero dell'Economia, dal canto suo, non si è solo detto sicuro della bontà di questa scelta, ma ha rilanciato sostenendo che la novità sarà in grado di fornire "una chiara prospettiva alle aziende nella speranza che confermino gli investimenti nel medio periodo". Non è tutto. Il provvedimento sarebbe utile pure a rinforzare "il sistema previdenziale e delle indennità per la disoccupazione". Più migranti, insomma, vuol dire più previdenza sociale. La stessa tesi che siamo abituati ad ascoltare nel Belpaese da certi canali istituzionali.

I risultati elettorali delle ultime turnate non sembrano aver modificato le opinioni della Bundeskanzlerin, che insiste con l'associare l'arrivo di altri extracomunitari a una rinnovata prosperità economico - sociale. Le novità che la riforma porterà in dote sono almeno due: le persone laureate, che verrebbero in qualche modo svalutate rispetto alla tradizione teutonica, non avranno più l'esclusiva. Non saranno le uniche a poter "sbarcare" in Germania, mentre l'aver firmato o no un contratto di lavoro non costituirà più una conditio sine qua non.

A non essere soddsfatto, contrariamente a quanto dichiarato, potrebbe essere il ministro Horst Seehofer, che nel corso di questa estate aveva cercato di adottare la politica dei "confini chiusi". Il duo politico, però, non funziona. Entrambi i leader sono stati costretti a dimettersi dalle rispettive segreterie di partito. La Cdu/Csu non può guardare a maggio con ottimismo. Porte troppo aperte, di questi tempi, sembra voler dire sempre meno voti.

Angela Merkel non sembra aver imparato la lezione.

Forse, a ben vedere, neppure le interessa.

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