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In Cina il Natale per i cristiani è ancora un tabù

La Cina comunista e nazionalista incita gli studenti a odiare il Natale e i cittadini a protestare contro i cristiani che non rispettano le leggi anti-natalizie

In Cina il Natale per i cristiani è ancora un tabù

"Vergogna bruciante”, "aggressione contro la cultura cinese”. Questo è il Natale per la Cina che il 26 dicembre festeggia la la nascita del grande 'timoniere', Mao Zedong.

Parole forti, gridate nel corso di alcune manifestazioni che si sono tenute in questi giorni in Cina per protestare contro chi non rispetta il divieto di esporre decorazioni natalizie e di indire raduni che abbiano a tema il Natale. Quest’anno il governo, fa sapere Asianews, è arrivata persino a proibire i regali, lo scambio di auguri e gli addobbi alle vetrine dei centri commerciali. Alla vigilia di Natale, nella contea di Sixian (Anhui), Dong Xuefeng, direttore della scuola elementare della città ha tenuto un discorso davanti ai suoi alunni e ha definito il Natale un disonore per il popolo cinese che in passato ha ricevuto molte umiliazioni dall'Occidente, riferendosi alla guerra dell'oppio, alla rivolta dei Boxer e all'invasione anglo-francese del 1860 che ha distrutto il palazzo imperiale d’estate a Pechino.

“A parte i giapponesi – ha specificato – tutti loro erano cristiani. I crimini di cui si sono macchiati in Cina sono troppo numerosi da elencare”. Il giorno di Natale, nella contea di Gushi (Henan), nella scuola media Taohuawu gli insegnanti hanno organizzato una speciale cerimonia di giuramento durante la quale gli studenti hanno ripetuto le seguenti frasi: “L’invasione delle feste occidentali è in realtà un’aggressione contro la cultura cinese. Come discendente dell’Imperatore giallo [il mitico capostipite della razza cinese – ndr] io giuro, a partire da oggi, di sostenere l’autocoscienza culturale fiduciosa di sé e l’eredità della nostra civiltà.

Voglio seguire le feste cinesi!”.

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