Economia

Novembre nero per i fondi Raccolta giù di 4 miliardi

Pesano anche i deflussi dalle gestioni. Male azionari obbligazionari e flessibili. Tengono i bilanciati

Novembre nero per i fondi Raccolta giù di 4 miliardi

A novembre la raccolta netta dell'industria italiana del risparmio gestito ha chiuso in rosso per 4 miliardi di euro riducendo a 8,85 miliardi il saldo positivo da inizio anno. Un netto peggioramento rispetto a ottobre (-940 milioni) non tanto per i deflussi dai fondi comuni (da -4,37 miliardi di ottobre a -3,38 miliardi di novembre) quanto per il bilancio mensile delle gestioni di portafoglio: da +3,78 miliardi a -757 milioni.

In particolare, tra le gestioni di portafoglio, continuano a deludere quelle retail (-914 milioni a ottobre e -3,8 miliardi da inizio anno) mentre quelle per gli istituzionali hanno tenuto (157 milioni a novembre) sebbene in forte calo rispetto a ottobre (+4,89 miliardi). Si è, quindi, ulteriormente ridotto il divario tra il patrimonio delle gestioni di portafoglio (996,8 miliardi, 49,3% la quota di mercato ) e fondi comuni (1.023,8 miliardi, 50,7%), mentre il patrimonio complessivo è rimasto stabile intorno ai 2.020 miliardi.

Quanto a fondi comuni e Sicav, anche a novembre i maggiori deflussi hanno interessato i prodotti obbligazionari (-2,43 miliardi e -25,1 miliardi da inizio anno) e i flessibili (-1,48 miliardi e +10 miliardi dal primo gennaio). In rosso pure il saldo mensile dei fondi azionari (-191 milioni) mentre restano in attivo sia i bilanciati (+122 milioni) sia i monetari euro (+580 milioni). Gli obbligazionari restano tuttavia leader assoluti con 368,7 miliardi di asset in gestione (38% del totale), seguiti dai flessibili con 241,7 miliardi (24,9%) e dagli azionari con 220,7 miliardi (22,8%).

Il confronto mensile tra fondi i fondi di diritto estero e quelli italiani vede vincere questi ultimi sebbene con flussi in rosso per entrambi - rispettivamente -2,33 e -1,05 miliardi - sebbene i fondi esteri possano ancora vantare un saldo in attivo da inizio anno di 4,48 miliardi contro il «rosso» di 2,85 miliardi dei prodotti italiani.

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