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Mertens fa scendere il Napoli dalle montagne russe

Il gol del belga doma il Bologna soltanto nel finale. Ma che fatica tra tanti errori e rimonte

Mertens fa scendere il Napoli dalle montagne russe

Napoli Nella giornata del «siamo tutti Koulibaly» irrompe a gamba tesa il Ciro-night. Tra rimpalli, carambole e papere ecco il rabbioso destro di Mertens a chiudere una partita zeppa di errori che il Napoli stava regalando ancora una volta. L'affetto e le maschere del San Paolo non hanno nascosto i limiti del Napoli, palesemente stanco, tremendamente orfano del suo muro di gomma ma aggrappato all'M&M che non sono pastiglie di cioccolato ma deliziosi interpreti del gol. Non a caso, i due giocatori che hanno segnato di più in campionato negli ultimi dieci minuti.

Il solito Napoli sprecone e ad andamento lento avrebbe potuto e dovuto chiudere i conti nel primo tempo. Manovra non proprio eccelsa, ingolfata e lenta, ci allontaniamo sempre più dal magnifico tiki-taka di sarriana memoria, a parziale scusante di Ancelotti ci sono i due pullman piazzati da Inzaghi nella propria metà campo. Una robusta linea difensiva a cinque, protetta da un secondo sbarramento formato da tre centrocampisti.

Pur giocando una frazione iniziale modesta, gli azzurri avevano trovato il vantaggio e accarezzato il raddoppio in almeno tre occasioni: pronto Milik nel parapiglia d'area rossoblù a trovare la zampata decisiva, bravo Skorupski con uno spettacolare colpo di reni a togliere dall'incrocio la palla di Mertens, sfortunato due volte il centravanti polacco nel colpire prima la parte superiore della traversa di testa, e poi il palo di sinistra con il portiere rossoblù immobile. Insomma, la tavola pareva apparecchiata per il bis azzurro almeno fino a quando non è piovuto dal cielo un calcio di punizione dalla trequarti: sui tiri da fermo la difesa partenopea paga spesso dazio, così nel giochino a due Palacio-Santander è stata sufficiente la deviazione dell'attaccante paraguaiano per riportare la parità all'intervallo.

Si sono sentite eccome le assenze, tutte figlie della maledetta notte di Milano. Un leader in ogni zona di campo non è roba di poco conto, togliere tutti insieme Koulibaly, Hamsik e Insigne, in pratica la spina dorsale della squadra, ha appannato i riflessi del settore arretrato perché in quella zona di campo Kalidou fa reparto quasi da solo. Allan non è un palleggiatore, peggio quando si ostina a farlo. A bilanciare le deficienze della mediana ci hanno pensato i muscoli e i centimetri dell'Arcangelo del gol: Milik ha colpito da ogni posizione, nel senso che ha fatto la differenza lungo tutto il fronte offensivo, dettando il pressing, tenendo palla e facendo salire la squadra, e soprattutto segnando che poi è la cosa essenziale che si chiede a un centravanti. Di potenza e di abilità il bis di Arkadiusz, quasi di prepotenza, naturalmente di testa sfruttando un pregevole assist di Malcuit confezionato con l'esterno.

Come detto però il problema del Napoli è in difesa e si chiama calci piazzati: imbarazzante la dormita su cross da trenta metri che consente a Danilo di firmare il secondo pareggio.

Ma siamo a Natale e ci scappa il regalino finale impacchettato da Skorupski ma firmato da Mertens: il suo destro lo coglie colpevolmente impreparato.

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