Economia

Blitz della Bce: Carige commissariata

L'obiettivo resta l'aggregazione. Chi rischia se la missione fallisce e arriva il bail in

Blitz della Bce: Carige commissariata

Il 2019 comincia con il botto per Carige: la Bce ha messo l'istituto ligure in amministrazione straordinaria. Si tratta del primo commissariamento di una banca italiana da quando nel 2014 Francoforte ha assunto la vigilanza sulle principali banche italiane (per le banche venete, infatti, era prima scattata la liquidazione). Il provvedimento dell'Eurotower arriva dopo la bocciatura da parte dell'assemblea dell'aumento da 400 milioni con l'astensione della famiglia Malacalza, e la conseguente decadenza del cda, per la seconda volta in un anno, con una raffica di dimissioni di consiglieri. Ieri mattina hanno lasciato altri cinque componenti del board tra cui l'ad Fabio Innocenzi e il presidente Pietro Modiano, rnominati però commissari insieme a Raffaele Lener, docente della Luiss e già commissario di Veneto Banca.

Lo scopo dell'amministrazione straordinaria, di fatto, è stabilizzare la governance della banca traghettandola verso una fusione con i commissari che non dovranno più confrontarsi con un cda espresso dai Malacalza. Ma la tensione resta alta: il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, «sta seguendo personalmente, con il ministro dell'Economia Giovanni Tria, le ultime vicende riguardanti la governance» della banca, si legge in una nota di Palazzo Chigi che definisce questa «vigile attenzione del governo, ai suoi massimi livelli» come «il segno tangibile e la migliore garanzia per proseguire e completare il consolidamento patrimoniale e il rafforzamento imprenditoriale di un'azienda bancaria valutata quale essenziale strumento per realizzare il rilancio dell'intero sistema economico-sociale ligure».

La mossa di Francoforte blinda l'istituto imponendo con la forza un'accelerazione al salvataggio mandato in stallo dal primo azionista genovese. L'incertezza sull'aumento di capitale avrebbe potuto far scattare l'allarme delle agenzie di rating, soprattutto di Fitch che già a ottobre aveva giudicato la banca a rischio default. Con conseguenze negative per tutti i piccoli risparmiatori che hanno in portafoglio i bond di Carige ancora sul mercato, senza dimenticare i correntisti, circa un milione. Una crisi di fiducia che potrebbe estendersi al resto del sistema bancario: un eventuale default di Carige, ha stimato il Fondo Interbancario, costerebbe a tutte le banche italiane 8 miliardi, pari alla cifra dei depositi protetti della banca ligure. Senza considerare gli effetti sull'economia regionale, già duramente provata dal crollo del ponte Morandi.

Cosa succederà adesso? Il Fondo interbancario di garanzia che potrebbe convertire il bond da 320 milioni e prendere di fatto il controllo della banca. L'alternativa è lo schema già seguito con le popolari venete, ossia creare una bad e una good bank, con quest'ultima avviata all'altare con un partner ancora da trovare. Nonostante l'arrivo degli «artificieri» di Francoforte, però, la mina Carige può ancora scoppiare: se il piano di salvataggio fallisse, l'ipotesi peggiore è la risoluzione secondo le regole europee del bail in e a farsi carico delle perdite sarebbero, nell'ordine, azionisti, obbligazionisti, obbligazionisti subordinati e i clienti con oltre 100mila euro sul conto corrente.

Intanto la sospensione del titolo in Borsa (scattata ieri fino a data da definirsi) lega le mani agli azionisti (i piccoli ma anche i grandi come gli stessi Malacalza) che già devono fare i conti con il crollo delle quotazioni: nell'ultimo anno Carige ha perso più dell'80%, arrivando a capitalizzare meno di 80 milioni.

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