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Autonomia, Maroni: "Salvini attento che M5S ti frega"

Roberto Maroni avverte Matteo Salvini: "Sull'autonomia non si può tradire il Nord. La legge va approvata così com'è senza che venga annacquata dal M5S"

Autonomia, Maroni: "Salvini attento che M5S ti frega"

“Avverto spifferi di fregatura”. Che la legge sull’autonomia“venga annacquata” dai pentastellati, per Roberto Maroni, è un timore che cresce di giorno in giorno.

"Non vorrei che i referendum dell'ottobre 2017 venissero boicottati con un accordo al ribasso”, dice chiaramente l’ex governatore leghista in un’intervista rilasciata al direttore di Libero.“Il Sud – spiega - rema contro l'autonomia di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, i cittadini meridionali non la vogliono, perché temono di staccarsi dalla mammella, e i grillini stanno cercando in tutti i modi di assecondarli, per evidenti ragioni elettorali”. Maroni non ha dubbi: “Se M5S boicotta l'autonomia, la Lega deve rompere, perché essa, come dice Zaia, è la madre di tutte le battaglie”. Cedere su questo punto sarebbe come “tradire il Nord” e “rinnegare la nostra identità e la nostra storia”. L’ex governatore della Lombardia invita a dare attuazione al contratto che lui, Zaia e Bonaccini hanno firmato con il governo Gentiloni lo scorso 28 febbraio e chiarisce: “Il punto centrale non sono le materie per le quali viene riconosciuta l'autonomia ma le risorse finanziarie per attuarla”. Poi aggiunge: “Gentiloni si era impegnato a fare in modo che la normativa fosse trattata come gli accordi internazionali, cioè non potesse essere modificata in Aula. Se andava bene a un esecutivo del Pd, che era contrario ai referendum, non può non andare bene a uno della Lega, che li ha promossi”. Maroni ribadisce di aver chiuso con la politica attiva “però se non mi fanno l'autonomia come dico io, - minaccia - sono pronto a fare sentire la mia voce. Ogni promessa è debito”. Il leghista sente “aria di fregatura” perché “il Movimento ha poco a cuore, essa crea le condizioni perché il Sud diventi virtuoso, cosa negativa per un partito che si fonda sull' assistenzialismo e sul reddito di cittadinanza. E poi – aggiunge - perché i governatori del Sud si troverebbero costretti a tagliare prebende e inefficienze e M5S non vuole essere costretto a farlo, casomai vincesse in qualche Regione meridionale”. Maroni vede nero anche per il futuro dell’esecutivo: “L' alleanza di governo è oggettivamente scombiccherata. Le due forze si sono presentate alle elezioni con programmi opposti e l'una contro l'altra, ogni cosa è compromesso oggi e il ritorno di Di Battista non fa che aumentare il casino”. Ma tutto potrebbe cambiare dopo le Europee se la Lega supererà Il M5S, a maggior ragione se in autunno conquistasse l’Emilia rossa.

A quel punto, è il ragionamento di Maroni, si potrebbe andare ad elezioni anticipate nel 2020 con un centrodestra unito ma a trazione leghista e con una piattaforma sovranista.

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