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Boeri si attacca alla poltrona: "L'Inps non va commissariato"

Boeri boccia le pensioni anticipate: "I soldi potrebbero non bastare". Poi critica il reddito di cittadinanza: "Penalizza le famiglie"

Boeri si attacca alla poltrona: "L'Inps non va commissariato"

"L'Inps non si merita il commissariamento". Alle voci di un restyling dell'ente, il presidente Tito Boeri prova a incollarsi alla poltrona. "Non c'è nessuna ragione per farlo: - dice in una intervista alla Stampa - non ci sono né problemi di funzionamento, né fatti gravi. Se accadesse, sarebbe un modo di esautorare il Parlamento che ha un ruolo importante nella procedura di nomina". Quindi torna ad attaccare il governo gialloverde demolendo le misure messe in cantiere dalla Lega per riformare il sistema previdenziale e criticando pesantemente il reddito cittadinanza voluto dal Movimento 5 Stelle.

"Credo sia mio dovere istituzionale parlare dei temi che interessano l'ente. Ma quando c'è una legge da applicare, io do il massimo, anche quando si tratta di norme che non condivido". Nell'intervista alla Stampa Boeri, che da subito si è messo contro al governo gialloverde, è tornato a criticare la riforma delle pensioni inserita nella manovra economica per sistemare i pasticci fatti dall'ex ministro al Welfare Elsa Fornero quando sedeva nel governo Monti. "Dobbiamo ancora fare le ultime valutazioni sul decreto - ha spiegato - ma il rischio di non rispettare il tetto di spesa c'è. E le tasse sono destinate ad aumentare". Secondo il numero uno dell'Inps, "la durata triennale potrà spingere ad anticipare le uscite soprattutto nel privato e il divieto di cumulo è sbagliatissimo: finirà per alimentare il lavoro nero".

Pur essendo da sempre favorevole ad una misura di sostegno alla povertà, Boeri critica anche il reddito di cittadinanza voluto dai Cinque Stelle: "Ho apprezzato il fatto che le ultime bozze si sono avvicinate ad una estensione del reddito di inclusione in vigore. Ma è vero che nel testo ci sono diverse incongruenze". A detta del presidente uscente dell'Inps la misura rischia di spiazzare il lavoro al Sud Italia. "Un single con reddito zero può aspirare a 9.360 euro all'anno - ha spiegato - sa quanti sono i lavoratori dipendenti al Sud che hanno redditi da lavoro inferiori a quella somma? Il 43 per cento - ha, poi, aggiunto - Ciò significa che quasi un giovane su due da quelle parti potrà essere messo di fronte a due alternative entrambe allettanti: smettere di lavorare o essere pagato in nero per ottenere comunque il sussidio". Secondo Boeri, infine, il testo "penalizza le famiglie numerose dove sono concentrati i poveri. Una famiglia con tre figli prende il doppio di un single, una famiglia con cinque figli lo stesso.

Non si doveva sostenere la genitorialità?".

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