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Gentiloni racconta l'infarto: "Ero a colloquio con Hollande ma non dissi nula"

L'ex premier racconta del principio di infarto avuto nel 2013: "Mi feci visitare appena tornato a Roma da Parigi..."

Gentiloni racconta l'infarto: "Ero a colloquio con Hollande ma non dissi nula"

"Ero a colloquio con Hollande, ma non dissi nulla...". Paolo Gentiloni racconta a Un Giorno da Pecora alcuni aspetti meno noti della sua lunga carriera politica. A partire da quel principio di infarto, iniziato mentre era a colloquio con il presidente francese François Hollande. "Mi feci visitare tornato a Roma".

Nella lunga chiacchierata su Rai Radio1, Gentiloni ripercorre i suoi anni da liceale "con l'avversario" Maurizio Gasparri e le sue lunghe partite a tennis con colleghi e non. In trasmissione Giorgio Lauro e Geppi Cucciari hanno iniziato chiedendo all'ex presidente del Consiglio proprio di quell'infarto. "Venivamo da settimane complicate - racconta - era passato solo un mese dalla mia nomina a premier, ero tranquillo, ma iniziai a sentirmi male, con una forte pressione sul petto, già mentre ero a colloquio con Hollande". La reazione, però, fu molto composta. "I francesi tengono molto a questi pranzi con foie gras e formaggio, e io non mangiai nulla - rivela - non chiamai un medico perché pensai al 'casino' che poteva accadere, mi dissi di tenere duro perché non era nulla". Poi, una volta arrivato a Roma, si fiondò a farsi curare. "A Palazzo Chigi c'era una brava dottoressa che mi portò di corsa al Gemelli dove mi misero uno stent - racconta ancora - chiamammo un'ambulanza che si fermò in un cortile di un altro palazzo, io arrivai li in macchina. Al Gemelli arrivai su di un lettino coperto da un lenzuolo, per non farmi riconoscere".

Insomma, Gentiloni ha avuto un principio di infarto mentre si trovava in Francia. Il medico comunque gli disse di stare tranquillo. "Abbiamo quasi finito", lo rassicurarono mentre lo stavano operando. "Io - rivela - guardavo dallo schermo". Poi, gli consigliarono di prendersi riposo assoluto. Ma facero un consiglio dei ministri appena due giorni dopo. E, ovviamente, Gentiloni in tutto quel tempo non smise mai di giocare a tennis con i suoi colleghi. In quelle settimane giocò spesso contro Ermete Realacci e Francesco Rutelli. Al suo fianco, nel doppio, c'era sempre Chicco Testa.

"Era una specie di rito propiziatorio pre-elezioni, iniziato nel 1993".

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