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E il governatore firma le nomine dai domiciliari

Il presidente della Calabria Oliverio, indagato per corruzione, ha deciso i direttori delle Asl

E il governatore firma le nomine dai domiciliari

C'è gente che non conosce vergogna. Come il governatore Pd della Calabria Mario Oliverio, da dicembre sotto indagine per abuso d'ufficio e corruzione in quanto avrebbe garantito un finanziamento da 4,2 milioni di euro a una ditta vicina alla 'Ndrina Muto di Cetraro per la realizzazione dell'impianto sciistico di Lorica e l'eliporto di Scalea in cambio del rallentamento dei lavori in piazza Belotti a Cosenza. Malgrado l'obbligo di dimora disposto dal gip a San Giovanni in Fiore dove risiede, Oliverio continua (da casa) a dettar legge come se nulla gli fosse accaduto.

Il ministro della Salute Giulia Grillo l'aveva detto e ripetuto: «Se Oliverio procede alle nomine dei dirigenti delle Asp è una dichiarazione di guerra». Il governatore ha proceduto alla nomina dei direttori generali delle Aziende sanitarie ed ospedaliere calabresi, e la guerra con il M5s è iniziata.

La giunta regionale, nella riunione del pomeriggio di ieri - alla quale Oliverio non ha partecipato solo perché obbligato a casa dal tribunale - ha deliberato, portando lo scontro Regione-ministro al massimo livello. «Un grave atto di arroganza istituzionale che traccia una linea netta nei nostri rapporti», ha detto la Grillo in diretta su Facebook, arrabbiata per le nomine decise senza coordinamento con la struttura commissariale governativa (che Oliverio continua ad ignorare) insediatasi nei giorni scorsi, fatte nella Regione con la sanità «più disastrata d'Italia». «Farò ogni cosa in mio potere per oppormi al perpetuarsi della malagestione e quindi a queste nomine non trasparenti», ha aggiunto.

«Oliverio va sospeso dalla sua carica in virtù delle legge Severino», affermano i parlamentari del M5s.

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