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Così la Chiesa di Bergoglio sfida le politiche di Matteo Salvini

La Chiesa cattolica sta per tornare in campo. Tutti gli attori che stanno alimentando la rinascita di un "partito dei cattolici"

Così la Chiesa di Bergoglio sfida le politiche di Matteo Salvini

C'è movimento attorno a piazza San Pietro. La Chiesa cattolica vuole tornare a pesare in termini politici e per farlo sta riflettendo sul come. Qualcuno ipotizza che servirebbe un partito. Altri, con meno entusiasmo, pensano che sia sufficiente un forum civico. Il cardinal Gualtiero Bassetti, presidente Cei, ora in assemblea permanente, è il principale sostenitore di questa seconda soluzione. Una volontà esiste, prescindendo dalle varie declinazioni possibili, e alcune sigle associative lavorano alla quadratura del cerchio.

A gettare il sasso nello stagno era stata la Comunità di Sant'Egidio, coadiuvando - dicono - la fondazione di "Democrazia Solidale", una formazione unioneuropeista, gentiloniana - nel senso di centrata sulla visione politica dell'ex premier Paolo Gentiloni - , e aperturista sulla gestione dei fenomeni migratori. La politica - pensa il fondatore ed ex viceministro Mario Giro - deve tornare a essere un vocazione. Viene citata Sant'Egidio perché durante la presentazione di Demos, questo l'acronimo scelto, c'era pure Andrea Riccardi, che quella Comunità l'ha fondata nel 1968. I maligni sostengono che il vertice di questo movimento laicale avesse "scommesso" sul papato di Bergoglio già nel 2005, quando venne invece eletto Joseph Ratzinger. Le solite notizie infondate dei tradizionalisti. "Demos - ha detto Giro a Macerata, dov'è stato costituito il "primo presidio" - si propone come risposta...". A cosa? Al populismo, alla xenofobia e alle critiche dirette a Bruxelles. In parole povere e rimanendo in Italia, a Matteo Salvini.

La Chiesa cattolica e il mondo a lei circostante citano poco il ministro dell'Interno, come quando Walter Veltonri evitava di specificare chi fosse il suo avversario durante le politiche del 2008, ma è lapalissiano che le voci levatesi in questi mesi in difesa dell'accoglienza dei migranti - e magari del suo sistema - hanno un destinatario privilegiato. Poi c'è la storia del "partito dei vescovi", che potrebbe coinvolgere Demos oppure no, ma che di sicuro ha nel presule incaricato a Prato, monsignor Gastone Simoni, un sponsor, politicamente parlando, già palesatosi in un convegno novembrino, dove erano presenti anche le Acli, l'Azione Cattolica e la Fondazione Luigi Sturzo. Tutti seduti attorno allo stesso tavolo, mentre Papa Francesco rievocava al contempo l'esempio donato al Belpaese, e alla Chiesa, da Giorgio La Pira, il sindaco santo.

A leggere lo spartito è stato posto un quadrumvirato: Marco Bentivogli, segretario della Federazione Italiana Metalmeccanici (FIM - CISL); Mauro Magatti, sociologo della Cattolica di Milano; Il professor Alessandro Rosina, demografo della Cattolica e il professor Leonardo Becchetti. Poi, come ha fatto notare Riccardo Cascioli in suo articolo su Il Giornale, è riapparso Pierluigi Castagnetti, esperto di cose democristiane fin dai tempi della segreteria di Martinazzoli. L'ex Margherita è sembrato tiepido sulla formazione di un partito nuovo di zecca. Del resto, c'è sempre il Partito Democratico. Privare Nicola Zingaretti o Maurizio Martina dell'ala cattolica significherebbe far fare al centrosinistra un bel balzello all'indietro nelle rilevazioni statistiche, che dovrebbero tener conto di una sorta di scissione. E ancora, vale la pena segnalare i movimenti sottotraccia, quelli solo sussurrati, che vorrebbero della partita pure Mario Adinolfi e il suo Popolo della Famiglia. Qualcuno ritiene che per comprendere quello che sta per accadere si debba seguire la linea editoriale dei quotidiani cattolici, Avvenire e La Croce su tutti.

La regia, invece, sarebbe stata affidata a mons. Galantino, ex segretario della Conferenza episcopale italiana, che i lettori ricorderanno bene per i continui richiami sulla bontà dell'accoglienza. Non è facile comprendere come andrà a finire questa storia e non è neppure semplice postulare la certezza che le istituzioni ecclesiastiche stiano muovendo le pedine dall'alto. Forse un partito dei cattolici nascerà perché sembra esistere uno spazio occupabile, senza tenere troppo conto di quello che vorrebbero i vescovi. C'è un'idea, c'è un nome e c'è pure un manifesto programmatico, quello pubblicato su La Civiltà Cattolica a firma di padre Antonio Spadaro.

Tre indizi, stando ad Agatha Christie, fanno una prova.

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