Cronaca locale

Una «Piattaforma» per il 2021 E Fi frena sul sindaco leghista

Parisi e Forza Italia con imprese, comitati e sindacati Gelmini a Salvini e Meloni: riuniamoci presto a Milano

Chiara Campo

Stefano Parisi che nel 2016 arrivò a un soffio dalla vittoria contro Beppe Sala rimpiange gli anni del sindaco Albertini, quando la città era «una selva di gru». Tradotto: prendeva forma lo skyline di Milano che oggi compare sulle riviste internazionali e attira turisti. Arrivato a metà mandato realizza che Sala «continua a parlare per slogan e punta su eventi esterni, prima Ema, poi la riapertura dei Navigli ora le Olimpiadi, ma dove sono i progetti per faranno Milano grande per i prossimi vent'anni, il recupero delle periferie, i piani per la mobilità e l'ambiente?». Forza Italia proietta le slide (nel grafico sopra) che i ritardi accumulati su M4, teatro Lirico, Palalido, il restyling di piazza Castello o il Piano periferia e lo scarto tra le promesse elettorali e il cambio di luna al primo giro di boa: il «prezzo del biglietto per i bus più basso in Europa» è diventato una stangata del 33% da aprile, la riapertura dei Navigli entro il 2021 sta finendo del dimenticatoio. Parisi, leader di Energie per l'Italia, ha radunato ieri al teatro Franco Parenti con la coordinatrice regionale di Forza Italia Mariastella Gelmini e gli esponenti di Milano Popolare Matteo Forte e Manfredi Palmeri le forze dell'associazionismo, delle imprese, comitati, sindacati, comunità civiche per lanciare «Piattaforma Milano», non l'ennesima sigla ma «un percorso per rigenerare l'area liberale e popolare e costruire in vista delle Comunali 2021». I partiti al servizio della società civile, dovrebbe essere a filosofia che guiderà progetto. Il 31 marzo di terrà l'elezione popolare del coordinamento cittadino di Piattaforma Milano e potranno partecipare tutti, dai partiti promotori ai rappresentanti dei comitati di quartiere (le candidature vanno presentate entro l 28 febbraio, tutte le informazioni sono sul sito www.piattaformamilano.it). C'è il tagliando alla giunta Sala ma anche al governo Lega-M5S. «Il nord e sopratutto Milano sono disprezzati dal governo gialloverde, c'è un grande malessere» avverte Parisi. Lo certificano sul palco le testimonianze (tra gli altri) del vicepresidente di Assolombarda Antonio Calabrò («il partito della A4 che procude il Pil al nord rivendica attenzione, la decrescita è infelice»), il coordinatore del movimento Sì Tav Mino Giachino, il dg di Confcommercio Milano Marco Barbieri («per il 2019 abbiamo strappato le clausole di salvaguardia ma in futuro?»), o il segretario della Cisl Daniel Zanda («il decreto dignità ha avuto effetti dannosi»). I politici raccolgono gli sfoghi di Maryan Ismail, portavoce dell'Islam moderato, o di Marta Ferrari, mamma e presidente di Family Life fino alla portavoce del comitato M4 Maria Colacicco.

«Ci rimbocchiamo le maniche per comincare a costruire con il mondo dell'associazionismo e delle imprese il futuro di questa città - conferma Gemini -, una governance condivisa in vista delle prossime elezioni. E faccio un appello a tutto il centrodestra, anche a Lega a Fdi a ritrovarci quanto prima tutti insieme e cominciare a ragionare in vista delle prossime amministrative». Milano «dice sì a infrastrutture come la Tav, autonomia, shock fiscale, elezione diretta dei sindaci metropolitani. Il boom economico? Lo vede solo Di Maio». Giorni fa il leader della Lega Matteo Salvini ha già prenotato la poltrona di Palazzo Marino per un candidato leghista. «Una richiesta legittima ma mi pare prematura - frena Gelmini -. Milano non è abituata all'uomo solo al comando ma a al gioco di squadra. Non avrò difficoltà a valutare tutte le candidature sul tavolo ma oggi è soprattutto il momento dell'ascolto e dei progetti. Il centrodestra unito in Lombardia e in tanti Comuni si riunisca anche a Milano, troviamoci e facciamo sentire la coalizione unita, poi penseremo alla figura più adatta a guidare la città». Anche Parisi avverte: «Sbaglia Salvini a indicare leghisti dappertutto, bisogna risolvere i problemi non mettere bandierine di partito, a Milano serve un sindaco di qualità e capace di attirare grande consenso».

Tra gli azzurri in sala o sul palco Pietro Tatarella, Fabrizio De Pasquale, Gianluca Comazzi, Giulio Gallera, Marco Bestetti.

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