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Delirio di onnipotenza di Dibba: "In Italia senza M5S non si decide nulla"

Il grillino sfida Salvini: "I porti chiusi non fermano i flussi". E la spara: "In Italia non si decide niente se non decide il M5S"

Delirio di onnipotenza di Dibba: "In Italia senza M5S non si decide nulla"

Di Battista è tornato. Dopo mesi di latitanza mediatica e viaggi in America latina, il battagliero deputato grillino torna dar fuoco alle polveri. L'obiettivo è recuperare il terreno perso con la Lega, colleghi (malvisti) di governo cui manda un messaggio che sa di "delirio d'onnipotenza": in Italia "non si decide niente se non decide il M5S". Come a dire: Salvini non può dettare legge.

Con Di Maio al fianco sembrano i gemelli diversi del grillismo: Luigi istituzionale e incravattato; Alessandro fuori le righe e esplosivo. "Siamo tornati a far danni", dice il vicepremier contento (?) del rinnovato protagonismo di Dibba che da qualche giorno non fa altro che rispolverare i temi cari al Movimento (Tav, reddito minimo) e rimarcare le distanze con la Lega (migranti e 49 milioni). Ovvero tutto quello che Di Maio non ha fatto negli ultimi mesi, costretto com’è a mantenere saldi i rapporti di governo col Carroccio.

Oggi i parlamentari del M5S si sono visti per una riunione congiunta Camera-Senato dove Dibba non ha mancato di caricare la "truppa" pentastellata. È stata una sorta auto-elogio in stile Guida Michelin, ovviamente con le Cinque Stelle assicurate. "Sono fiero di quello che avete fatto", li loda Di Battista. "Dobbiamo essere pronti perché stiamo toccando interessi anche geopolitici", ribadisce immaginando imboscate anti-grilline.

Il ruolo di Dibba sta via via diventando sempre più chiaro. Deve ridare vigore a un Movimento staccato dieci punti dalla Lega. Salvini traina, chiude i porti, è mediaticamente vincente. Di Maio no. O almeno non lo è stato fino ad ora. Per battere alle elezioni europee il Carroccio (e evitare rimpasti di governo) c'è bisogno di qualcuno di più muscoloso (politicamente) di Luigi. "Guardate meno possibile i sondaggi, portiamo risultati a casa: con le gaffe e tutti quanti contro abbiamo preso il 32%", ostenta sicurezza Di Battista. Ma un po' di preoccupazione serpeggia tra le fila grilline. La speranza è che l'ex deputato sia in grado di far risalire la china al partito.

Per riuscirci Dibba sembra aver scelto la strada della sfida a Salvini. Prima gli chiede di restituire i 49 milioni "sottratti", poi bacchetta la politica dei porti chiusi ("alla lunga non ferma i flussi"), infine dichiara il reddito di cittadinanza un "diritto umano" e annuncia un tour per le città d'Italia perché "bisogna stare tra la gente".

Il rischio, altrimenti, è quello di perdere il potere e l'illusione che in Italia non si decida nulla "se non decide il M5S".

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