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Deputata M5s vive in casa popolare ma 'nasconde' raddoppio del reddito

La grillina Celeste D’Arrando di Collegno, risulta essere ancora residente nell'appartamento della madre alle medesime condizioni di quando lavorava in un call center. Una volta divenuta deputata non ha comunicato la nuova condizione reddituale

Deputata M5s vive in casa popolare ma 'nasconde' raddoppio del reddito

Vive in una casa popolare, paga 155 euro d'affitto ma è una parlamentare eletta col M5S. La deputata Celeste D’Arrando di Collegno, in provincia di Torino, risulta ancora residente nell'appartamento della madre alle medesime condizioni di quando lavorava in un call center.

Ora, dopo una serie di controlli, è stata richiamata dall’Agenzia della casa di Torino per aver celato la sua nuova "situazione reddituale". All'ente risultava che la D'Arrando guadagnasse ancora 7500 euro all'anno, ossia quanto dichiarava nel 2017 quando ancora non era parlamentare. Ma dal 4 marzo 2018 la sua vita è cambiata e le sue entrate sono raddoppiate passando a oltre 13mila euro. Nulla di tutto questo, però, è stato dichiarato all'Atc che le ha annunciato un aumento di 180 euro del canone d'affitto, congiuntamente alla richiesta di pagare anche i mille euro di arretrati e di aggiornare la propria posizione reddituale in virtù del nuovo 'lavoro' dal momento che dall'anno prossimo potrebbe non rientrare più nei criteri per l’assegnazione dell’alloggio popolare. Lei, come fa notare il Corriere, si difende:"Ovviamente salderò gli arretrati, ma tengo a specificare che ogni due anni l’Atc esegue un censimento socio-economico dei nuclei assegnatari delle case popolari per verificare se esistono ancora i requisiti per la permanenza nell’alloggio e per aggiornare i canoni di locazione". "Censimento che - spiega la deputata pentastellata - abbiamo regolarmente fatto nel 2016 e che aspettavamo di fare anche nel 2018, proprio per comunicare anche la mia variazione di reddito in virtù del mio nuovo ruolo dopo le elezioni del 4 marzo 2018. Censimento che però non è stato ancora effettuato dall’Agenzia". Ma il regolamento regionale per l'assegnazione della casa popolare prevede che "l’assegnatario è tenuto a comunicare all’ente gestore ogni incremento della propria situazione economica, anche al fine di consentire, a decorrere dal mese successivo a quello dell’avvenuta variazione, l’adeguamento del canone di locazione". Marcello Mazzù, presidente dell’Agenzia torinese per la casa, sottolinea: "Facciamo da un minimo di 7mila fino a 15mila controlli all’anno, con cui nel 2018 è stato permesso un riconteggio dei canoni pari a 1,3 milioni di euro. Ero a conoscenza di questa vicenda visto la delicatezza legata alla persona coinvolta.

Di più non posso e non voglio dire".

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