Politica

Prodi contro i sovranisti: "Non sono capaci di risolvere i problemi"

L'ex presidente del Consiglio Romano Prodi, in un'intervista a La Stampa, commenta le prossime elezioni europee e il rischio dettato dalla vittoria dei sovranisti. E rilancia la proposta del 21 marzo come giorno della primavera europea

Prodi contro i sovranisti: "Non sono capaci di risolvere i problemi"

Romano Prodi torna a parlare di Europa, di Unione europea e di sovranismo. Intervistato da La Stampa, l'ex presidente del Consiglio e della Commissione europea traccia un bilancio dell'Europa e delle prossime elezioni europee. Secondo il Professore, l'unica possibilità per gli Stati europei è unirsi in un destino comune, appunto l'Ue, che dovrebbe sfidare le superpotenze mondiali.

"Siamo dentro una globalizzazione che ci stringe. A questo punto il nostro destino di europei somiglia a quello degli Stati italiani nel Rinascimento: se non ci mettiamo assieme scompariamo dalla carta geografica", spiega Prodi. Ma per farlo, l'Europa deve passare indenne dalle elezioni europee del prossimo maggio. E Prodi sa benissimo che questa tornata elettorale può segnare definitivamente il destino del Vecchio Continente.

Elezioni che secondo il Professore devono riunire tutti, dal centrodestra al centrosinistra: "Guai se non troviamo almeno un momento di unità simbolica. Il presidente del Parlamento europeo Tajani ha condiviso l'idea della bandiera, così come Carlo Calenda che si sta spendendo per una iniziativa elettorale per l'Europa. Ci sono momenti nei quali una scelta può avviare un processo che segna il nostro futuro: le prossime elezioni Europee sono destinate a richiamare in un contesto più ampio quelle del 1948 in Italia. Chiamano in causa il nostro destino. E ancor prima che essere anti-sovranisti e anti-populisti, dobbiamo essere per l'Europa".

E secondo Prodi, i sovranisti sono il vero grande problema del futuro dell'Unione europea: "I sovranisti e i populisti non saranno mai in grado di risolvere neppure i problemi che loro stessi denunciano - spiega a La Stampa -. Prendiamo la questione dei migranti. Il sovranismo non permetterà mai, mai, mai un minimo di accordo. Quella dell'"aiutiamoli a casa loro" è una menzogna. Non sono in grado e non vogliono attivare nessun piano organizzato in favore dell'Africa, magari con Cina e Stati Uniti. Servono volontà e forti risorse: proprio ciò che loro non destinano a questi obiettivi".

E sul tema dei migranti, Prodi insiste: "Siamo davanti ad un'assurda crudeltà. Crudeltà perché non si è mai vista tanta indifferenza. Non c'è il senso del valore della vita umana. Un atteggiamento del quale non si vede la fine poiché la migrazione è sottoposta ai calcoli elettorali. I sovranisti vogliono 'dare una lezione per vincere le elezioni'. L'unica possibilità di uscirne è un risveglio dell'anima umana. È assurdo: tutti giocano con le distinzioni giuridiche, differenziando i rifugiati da quelli che muoiono di fame o da quelli che vengono picchiati o seviziati. Riguardo al fatto che questo possa essere un deterrente per altri migranti, non si tiene conto di quanto i trafficanti dicono loro nel momento nel quale li spingono sui gommoni".

Il problema è che questa "assurda crudeltà" è nata da quando la Libia si è trasformata in un caos. E questo caos è stato in gran parte dovuto proprio a quell'Europa che l'ex presidente della Commissione europea difende. La Libia di Muhammar Gheddafi esisteva e garantiva l'assenza di flussi di disperati. Ora, grazie soprattutto alla Francia, la situazione è decisamente peggiorata. E da anni, la Libia è un inferno cui l'Italia e la comunità internazionale stanno cercando di porre rimedio.

Ma per Prodi "ancora una volta le divisioni europee stanno pesando: ognuno fa i suoi giochini. Fornendo appoggio a questa o a quella fazione. Promuovendo inutili Conferenze internazionali. Continuando il gioco delle influenze, magari fatto anche con intelligenza, con le arti della diplomazia, ma senza il respiro di un dialogo che prepari la pace nell' unico modo possibile: mettendo attorno a un tavolo tutte le tribù libiche". Forse quando parla di inutili Conferenze, Prodi si riferisce a quella di Palermo. Che sarà stata anche non esaustiva, ma almeno ha dato un primo segnale che qualcosa potesse cambiare.

Di certo quell'Europa che difende ha fatto molto di meno.

Commenti