Cronache

Roma, schiaffo agli esuli istriani: il racconto delle foibe affidato all'Anpi

Un evento nelle scuole per il Ricordo affidato ai partigiani. Ira dell'associazione delle vittime: "Come un nazista che parla di shoah"

Roma, schiaffo agli esuli istriani: il racconto delle foibe affidato all'Anpi

Si rivolge direttamente alla "sindaca Raggi" il presidente dell'Associazione Giuliano Dalmata nel Cuore. A insospettire, e un po' irritare, la Onlus che difende "gli interessi e la rappresentanza" degli esuli italiani, la decisione del Comune di Roma di dare "il permesso all'Anpi di divulgare presso le scuole di secondo grado" una iniziativa sul rapporto tra Jugoslavia e Italia durante la seconda guerra mondiale.

Oliviero Zaia non ci sta. Gli sembra assirdo che la Raggi consenta all'Associazione nazionale Partigiani d'Italia di narrare "la storia degli esuli giuliano dalmati". L'iniziativa ha l'odore dello smacco: una storia per 70 anni rimasta seppellita dall'omertà, ora viene "scritta dalla parte che ha costretto anche mamme, bambini, suore, preti, uomini ed anziani a fuggire o morire solo perché italiani".

In fondo, a trucidare gli italiani in Istria e Dalmazia furono i partigiani. Titini, certo. Ma pur sempre partigiani. Non è un caso sul sito internet dell'Anpi, alla pagina "resistenzza dei militari italiani in Jugoslavia" si narrano le imprese della Resistenza jugoslavia guidata da Tito "che combatte non solo contro gli invasori dell'Asse", senza però citare mai le foibe.

La domanda sorge spontanea: perché affidare un progetto sul Giorno del Ricordo a chi "per lunghissimi anni" ha dimostrato "una forte simpatia per il movimento partigiano jugoslavo"? "In questo modo - duice Zaia - si sposta di 180 gradi quello che è realmente accaduto (...) dimenticando completamente la collaborazione tra partigiani della Brigata Garibaldi e partigiani titini, collaborazione attiva che ha portato migliaia di italiani ad essere uccisi nelle foibe oltre ad essere annegati in mare".

Perché concentrare l'attenzione sulla "responsabilità del governo fascista nella occupazione della Jugoslavia"? Perché - si chiede l'associazione - spostare l'attenzione "dalla conseguente reazione" e dimenticare "quello che la popolazione civile ha subito?"

"Ci chiediamo - scrive Zaia alla Raggi - come i discendenti dei partigiani che parteciparono a molte azioni dei titini e uccisero in stragi come quella di Porzius altri partigiani italiani contrari alla pulizia etnica avviata nei confronti dei civili italiani a guerra finita, possano con obbiettività raccontare ai giovani questa storia".

L'Associazione teme infatti che l'Anpi faccia "passare il messaggio che tutti gli infoibati erano fascisti ed uccisori di popolazioni slave". Alla fine sarebbe come "far scrivere la storia dei campi di concentramento nazisti ai tedeschi che erano delle SS".

Immediata è arrivata la replica dell'Anpi, che parla di "polemica pretestuosa". "Abbiamo partecipato ad un bando del Comune con due progetti, uno sulla resistenza romana e uno sul confine orientale", dice il curatore del progetto, Davide Conti. "Questa polemica non è soltanto pretestuosa ma pericolosa, perchè di fondo sollecita una censura. Faremo due ore di lezione frontali e poi distribuzione di materiali, per offrire una ricostruzione completa. Naturalmente parleremo delle foibe e degli eccidi che ci sono stati. Ricostruendo il quadro storico in cui sono maturate in maniera esclusivamente legata alla documentazione storica"

Intanto, proprio mentre infiammava la polemica, la commissione Cultura della Camera approvava all'unanimità, quindi anche con il voto del M5s, una risoluzione presentata da Fdi che impegna il Governo a incrementare le iniziative nelle scuole sul tema, prevedendo però che a parlarne "siano i testimoni di quelle vicende, gli appartenenti ad associazioni di esuli istriano-giuliano-dalmati insieme agli storici che collaborano con le università".

Dunque che va in controtendenza rispetto a quanto deciso dal Comune di Roma, decisione che è diventata oggetto di una interrogazione presentata oggi in Campidoglio da Andrea De Priamo.

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