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"Finanziamenti illeciti al M5S" Beppe sotto accusa per i soldi

La denuncia del Pd. Di Battista scatenato: «Censura»

"Finanziamenti illeciti al M5S" Beppe sotto accusa per i soldi

Roma La difesa d'ufficio dei Cinquestelle, le stoccate e le punture di spillo tra alleati di governo. Il bazooka ben carico del Partito Democratico. Il giorno della messa in onda di «Grillo c'è», monografia televisiva di prima serata dedicata al comico fattosi politico voluta da Carlo Freccero per la sua Rai Due, la polemica sull'opportunità di realizzare il programma resta più che mai viva. Nel mirino dei contestatori c'è naturalmente la decisione di dedicare uno spazio televisivo così nobile al leader del primo partito italiano. Ma ulteriore benzina viene fornita dal pagamento da parte della Rai dei diritti di immagine a Grillo, un assegno da circa 30mila euro che suscita imbarazzi nei piani alti di viale Mazzini. Una somma che la Rai verserà e sarà poi il leader dei Cinquestelle a decidere il da farsi.

«Sono sicuro che li darà in beneficenza - punzecchia Matteo Salvini, intervenendo su RTL -. Penso che non ne abbia bisogno. I dirigenti Rai stanno lavorando alla riduzione degli stipendi che non hanno senso. Quelli da 2, 3, 4 milioni mi sembrano esagerati». Su Instagram il comico genovese, che ieri sera è stato in scena al teatro del Verme di Milano, ha continuato a rilanciare l'immagine del programma. Grillo incassa naturalmente il pieno sostegno di Alessandro di Battista, che non ha dubbi sull'assenza di un conflitto di interesse: «Soltanto dei censori non si rendono conto dell'opportunità per la Rai per prodotti del genere, che utilizzano solo materiali d'archivio. Se fossi Grillo li ringrazierei per la pubblicità». E poi su Facebook: «L'hanno censurato anni fa e provano a censurarlo ancora. Che bello rivederlo in Rai!».

Sulla vicenda interviene Freccero: «Semplicemente abbiamo dovuto acquistare i diritti degli spettacoli che lui ha fatto dopo l'ultima cacciata dalla Rai. Non vedo lo scandalo. Il programma è costato davvero poco perché i diritti dei suoi programmi Rai sono della Rai. L'analogo programma su Benigni, che ha acquistato da un certo anno i diritti dei suoi show in Rai, costerà giustamente molto di più». Sulle barricate resta soprattutto il Pd. Si moltiplicano le interrogazioni parlamentari e Michele Anzaldi parla di una «triste storia di servilismo».

Aggiungendo: «Quello dato dalla Rai a Grillo è un compenso vero e proprio: qualcuno potrebbe addirittura leggerlo come finanziamento illecito ai partiti, visto che ricopre la carica ufficiale di garante del Movimento 5 Stelle».

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