Cronache

Genova, nigeriano si getta sotto treno perché gli negano accoglienza

Dopo essersi visto negare il permesso di soggiorno per motivi umanitari (nel suo paese non vi erano conflitti), il nigeriano si è gettato sotto un treno in corsa. Attacco della camera del lavoro di Genova: “Conseguenza di un decreto sicurezza inumano”

Genova, nigeriano si getta sotto treno perché gli negano accoglienza

Vede negarsi il permesso di soggiorno e così un richiedente asilo nigeriano, da due anni ospite a Genova, decide di farla finita.

Lo scorso lunedì, infatti, Prince Jerry (25 anni) si è gettato sotto un treno in corsa a Tortona. I soccorsi non hanno potuto far nulla per lui.

Stando a quanto riferiscono i quotidiani locali, lo straniero era arrivato in Italia a bordo di un barcone nel 2016, convinto di trovare una vita migliore nel nostro Paese. Secondo le norme del decreto Salvini, tuttavia, non aveva più alcun diritto di godere dello status di rifugiato e rimanere in territorio nazionale italiano (Jerry aveva inoltrato richiesta di asilo politico, ma non vi erano conflitti in atto nella sua terra d’origine). Da qui, la decisione di compiere il gesto estremo.

Parole di profondo cordoglio dalla comunità “Migrantes” di Genova. È don Giacomo Martino, responsabile dell’associazione, a rilasciare una dichiarazione in merito, riportata da “Genova Today”. “Uno dei nostri ragazzi di Multedo, Prince Jerry, dopo essere stato diniegato prima di Natale e scoprendo che non avrebbe potuto contare neppure sul permesso umanitario che è stato annullato dal recente Decreto, si è tolto la vita buttandosi sotto un treno. Ho dovuto provare a fare il riconoscimento di quanto era rimasto di lui. È stato un momento difficile ma importante perché ho ritenuto di doverlo accompagnare in questa sua ultima desolazione. Abbiamo deciso di portarcelo su a Coronata e seppellirlo nel cimitero lassù”.

Domani mattina, una messa verrà celebrata dallo stesso don Giacomo nella chiesa dell’Annunziata, così da commemorare il 25enne nigeriano. Un ragazzo colto (una laurea in chimica) e perfettamente integato, ha raccontato il sacerdote, che si dichiara sconvolto. “Non desidero in nessun modo che questo ragazzo e la sua triste storia vengano strumentalizzate.

Rammarico anche da parte della camera del lavoro di Genova. “Apprendiamo con sgomento la notizia della tragica morte di Prince Jerry, giovane migrante nigeriano che lottava per trovare un futuro migliore. Rispetto e tristezza sono le emozioni che ci travolgono, ma un pensiero alla responsabilità morale di questa morte è inevitabile. Si tratta della puntuale conseguenza di un decreto sicurezza inumano che ha annullato la possibilità di richiedere e ottenere il permesso di soggiorno per motivi umanitari.

Un decreto che la Camera del Lavoro di Genova non smetterà mai di contrastare”.

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