Economia

Ora l’Italia è in recessione

L'Istat, nelle sue stime preliminiari, ha certificato che il Pil nel quarto trimestre è sceso dello 0,2%, mettendo a segno il secondo calo consecutivo dopo quello del terzo trimestre

Ora l’Italia è in recessione

L'Italia è in recessione tecnica. Il premier Conte ieri lo aveva in qualche modo anticipato e oggi è arrivata la conferma da parte dell'Istat che, nelle sue stime preliminiari, ha certificato che il Pil nel quarto trimestre è sceso dello 0,2%, mettendo a segno il secondo calo consecutivo dopo quello del terzo trimestre. Questo significa che l'Italia è in recessione tecnica, un termine usato quando la ricchezza prodotta da un Paese scende per due trimestri consecutivi.

Quelli dell'Istat, sul Pil, "sono dati molto preoccupanti, con rischi per l'occupazione". Così la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, a margine di un incontro del sindacato piemontese sulle infrastrutture a Torino, commenta i dati Istat che segnano un calo del Pil dello 0,2% nel quarto trimestre 2018.

Reagire subito al rallentamento dell'economia che a gennaio potrebbe vedere un calo maggiore di quello registrato a dicembre. È il leader di Confindustria, Vincenzo Boccia, a sollecitare il governo alla luce della recessione tecnica che sta vivendo il Paese. "A gennaio avremo un rallentamento superiore a quello registrato nell'ultimo trimestre del 2018 dato il rallentamento della Germania. Bisogna aprire immediatamente i cantieri, partendo dalla Tav", dice bocciando per questo l'ipotesi di un referendum sulla Torino Lione. "Si dilaterebbero solo i tempi senza aiutare la crescita".

Il Pd va subito all'attacco. "Sono stati diffusi i dati Istat sul Pil e chiediamo formalmente che il ministro Tria venga immediatamente a riferire in Aula. Stanno usando un'arma di distrazione di massa a Siracusa con la Sea Watch per non far conoscere agli italiani che a causa di una finanziaria sbagliata il Paese è fermo".

La richiesta è stata avanzata dal Pd Enrico Borghi in Aula alla Camera, durante l'esame della riforma costituzionale che introduce il referendum propositivo.

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