Cronache

Otto mesi per un esame diagnostico al Policlinico di Bari

Donna di 76 anni con tumore al seno deve sottoporsi a una pet. La denuncia del consigliere regionale M5S Conca. Il direttore generale Migliore: "seguiamo il caso"

Otto mesi per un esame diagnostico al Policlinico di Bari

Pet "lumaca" al policlinico di Bari. La denuncia, raccolta dal quotidiano "La Gazzetta del Mezzogiorno", è del consigliere regionale grillino Mario Conca e si riferisce agli otto mesi, otto!, necessari per effettuare l'analisi sanitaria diagnostica strumentale. La disavventura è capitata a una donna 76enne di Valenzano, in provincia di Bari, il cui caso è seguito da vicino proprio dal consigliere M5S Conca. Il rappresentante istituzionale accende la polemica: "Non è possibile far passare così tanto tempo. Parliamo di una paziente che, in tre mesi, ha già subito mastectomia, linfoadenectomia ascellare e chemioterapia. La pet serve per accertare la situazione relativa a un sospetto addensamento polmonare in carcinoma mammario. La signora – spiega il consigliere Conca - residente a Valenzano, dovrebbe attendere otto mesi per un esame diagnostico nel reparto di medicina nucleare del Policlinico, l’unico della zona. L’alternativa sarebbe andare a Napoli in mobilità passiva, attendere tre mesi per il Dimiccoli di Barletta oppure in massimo dieci giorni, pagando circa mille e 600 euro, farla in intramoenia o in uno studio privato".

Sempre sulla "Gazzetta del Mezzogiorno" il direttore generale del Policlinico replica: «Non ci risultano tempi di attesa di otto mesi – dice Giovanni Migliore – La direzione della nostra medicina nucleare mi ha comunicato che le prestazioni programmate le prenotiamo nel tempo massimo previsto dalla legge di 180 giorni, mentre le urgenze vengono gestite in relazione alle necessità dopo aver effettuato una visita per definire il quadro clinico».

La direzione del Policlinico è comunque pronta a esaminare il caso specifico per risolvere il problema e la prossima settimana dovrebbe essere varato un regolamento per migliorare la questione liste d’attesa, sul fronte prestazioni e su quello dei ricoveri.

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