Cronaca locale

Alla Scala si prega in musica con il "Te Deum" di Bruckner

Da oggi sui leggii pagine dell'autore tardo romantico Sul podio Albrecht che apre con la "Quarta sinfonia"

Alla Scala si prega in musica con il "Te Deum" di Bruckner

Serate all'insegna di Joseph Anton Bruckner, il compositore austriaco della musica dell'indicibile. Serate con alcune tra le pagine più conosciute, la «Sinfonia n.4» e il «Te Deum». Appuntamenti scaligeri assai promettenti, l'incontro con un autore di alcune tra le più belle pagine sacre del secolo XIX.

A occuparsi di questo programma così suggestivo al Piermarini per tre serate appunto (oggi, domani e domenica alle ore 20) è il direttore d'orchestra Marc Albrecht, una «vecchia» conoscenza del teatro d'opera milanese. Qui il suo debutto è datato 2012, quando ha presentato un'edizione particolarmente felice del «Die Frau ohne Schatten» di Strauss (Guy Cherqui parlava di una «direzione che colpisce per chiarezza e leggibilità, che mostra un lavoro particolarmente preciso con l'orchestra e sottintende prove esemplari»). Non solo questo, il Maestro originario di Hannover, direttore principale dell'Opera nazionale olandese di Amsterdam, è stato ospite della Filarmonica del Teatro alla Scala per due volte qualche anno fa. Ma ora guardiamo la «scaletta» che impegnerà sulla scena sia il Coro condotto da l'inossidabile Bruno Casoni sia l'Orchestra di casa; e ancora, nella seconda parte, solisti di prim'ordine come il soprano Tamara Wilson, il mezzo soprano Judit Kutasi, il tenore Peter Soun e il basso Sebastian Pilgrim.

La «Sinonia n.4», nota anche come la «Romantica», il compositore la scrisse nel 1874. Una delle particolarità di questo lavoro: gli studiosi a partire dagli anni Trenta ne hanno individuate diverse versioni, segno è che Bruckner nel corso degli anni la modificò più volte. In tanti si sono interessati a questa partitura, anche altri grandi come Gustav Mahler che fece un arrangiamento della versione del 1888 con pesanti tagli e un'ampia riorchestrazione. Altra pagina, musica maestro!

Secondo «piatto forte» delle serate, come si diceva il «Te Deum», canto di ringraziamento a Dio in cui il compositore ha indirizzato l'intera sua visione estetica e spirituale. Davanti a questi capolavori da «trattare», la scelta fatta per la direzione si può considerare sicuramente felice. Albrecht, infatti, è considerato come una delle maggiori bacchette a livello internazionali, proprio per il repertorio tardo romantico tedesco e austriaco.

Il prossimo appuntamento con la Stagione sarà con Riccardo Chailly (dal 28 febbraio) alla prese con un tutto Mahler: «Symphonisches Präludium» (ricostruzione di Albrecht Gürsching) «Nicht zu schnell» dal Quartetto con pianoforte in la minore (orchestrazione di Colin Matthews), prima esecuzione italiana «Sinfonia n.

5» in do diesis minore. Buona musica!

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