Politica

Furti all'Ikea: mobili al costo dell'acqua

Fermati trenta furbetti, compravano merce cambiando le etichette

Luca Fazzo

Milano Un posto di lavoro tranquillo, non troppo faticoso e dignitosamente retribuito: commessi e magazzinieri all'Ikea, forza lavoro in camicia gialla del colosso svedese dell'arredamento pronto da montare.

Il buon senso, specie di questi tempi, avrebbe consigliato di tenersi stretti il posto. Invece trenta dipendenti dell'Ikea di Corsico, alle porte sud di Milano, rischiano di venire licenziati in tronco, dopo che l'azienda li ha scoperti a impadronirsi con un trucco dei prodotti in vendita sugli scaffali.

Trenta lettere di contestazione, trenta denunce alla Procura della Repubblica: e tutto per un bottino complessivo che, secondo i primi calcoli degli inquirenti, non supera i diecimila euro. Diviso trenta, fa un gruzzolo medio di pochi spiccioli a testa. Eppure è successo. E le prove indicate nelle lettere recapitate ieri ai trenta appaiono solide.

Il sistema consisteva nel riprezzare i prodotti, sostituendo l'etichetta originaria con un'altra di valore assai minore. A venire utilizzate erano spesso le etichette delle bottigliette di acqua minerale: un euro, per un prodotto del valore di cinquanta o cento volte superiore. E proprio il boom nelle vendite (apparenti) di acqua minerale, insieme agli ammanchi nell'inventario, ha messo sull'allarme i vertici dell'azienda e ha innescato gli accertamenti. Accertamenti che sono stati lunghi e dettagliati: le lettere di contestazione sono personalizzate e elencano per ogni dipendente le circostanze in cui avrebbe commesso ogni singola furbizia.

Ikea ieri sera risponde alle domande dei cronisti con una conferma secca, in cui parla del «grave comportamento di alcuni co-worker dello stabilimento di Corsico per danneggiare le risorse aziendali». Secondo quanto si racconta nello store di Corisco, a lasciare quasi increduli i vertici aziendali è stata la scoperta che in più di un caso gli stessi dipendenti avevano notato il trucco impiegato dai colleghi: e invece che denunciarli o almeno tentare di dissuaderli dal proseguire si erano fatti insegnare il sistema e avevano deciso di partecipare al saccheggio.

Se verranno licenziati tutti, all'Ikea di Corsico - 550 dipendenti - dovranno per forza assumere per rimpiazzarli.

Ma che tristezza.

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