Cronaca locale

"Ma quali donne oggetto Siamo tutte... femministe"

Il Crazy Horse torna al Nuovo. Parla Deborah Lettieri l'unica ballerina italiana. "Per me è un grande onore"

"Ma quali donne oggetto Siamo tutte... femministe"

«Quando passiamo in Italia, la produzione è ben felice di presentarmi come una star italiana nello show. Difatti, posso contravvenire a qualche regola del Crazy Horse, come quella di incontrare i fan dopo lo spettacolo».

Deborah Lettieri, alias Gloria di Parma, è la nostra bandiera (bellissima) all'interno di quella perfetta macchina di sensualità e ironia che è il Crazy Horse, lo storico cabaret sexy parigino fondato da Alain Bernardin che, dal 1951, diverte i cittadini della Ville Lumière e, da qualche anno, anche il mondo. Sì perché il Crazy Horse è divenuto itinerante e, per la terza stagione consecutiva, raggiunge Milano con lo show intitolato Forever Crazy, in cartellone dal 13 al 17 febbraio al Teatro Nuovo (ore 20.45, doppio spettacolo giovedì 14 febbraio, venerdì 15 febbraio, sabato 16 febbraio con replica alle ore 23.15 Ingresso 129- 34,50 euro). Deborah nella vita di tutti i giorni, Gloria sul palco del Crazy, nasce come ballerina classica ed è ormai una veterana dello show.

Da quanto tempo è nel cast del Crazy Horse?

«Per me questo è il settimo anno e, anticipo la battuta, non c'è aria di crisi, tutt'altro. Per me resta un grandissimo privilegio far parte di questa che, in Francia, è considerata un'istituzione. Il Crazy Horse pretende molto, ma ti dà altrettanto».

Ci spieghi meglio.

«Quello con il Crazy è un rapporto di amore e odio: quando sei in palcoscenico raccogli una soddisfazione unica, come perfomer e anche come donna. La Crazy Girl non è un oggetto, è una donna di potere e di carattere. Molti degli spettatori pensano che le luci ci impediscano di vederli, ma noi vediamo tutto: e quando li fissiamo e se ne accorgono, molti di loro si imbarazzano. Qualcuno si prende anche una simpatica gomitata dalla fidanzata seduta accanto».

In tempi di polemiche targate #MeToo e di un certo bacchettonismo politicamente corretto, nessuno vi ha criticato dunque?

«Noi ballerine siamo tutte femministe, e chi vede lo show capisce che sul palcoscenico non esiste alcuna volgarità. Poi, ci sono le regole ferree del Crazy Horse, immutabili dalla fondazione: le Crazy Girls a Parigi devono uscire dal retro, non devono risultare riconoscibili e devono mantenere a livello superficiale i rapporti coi fan. Dobbiamo restar come donne misteriose e irraggiungibili».

Lei però qui in Italia, complice il suo ruolo da giudice nel talent show tv Dance Dance Dance in onda su FoxLife, è ormai nota a un ampio pubblico.

«Difatti, come ho detto prima, dopo lo show posso incontrare il pubblico. É un momento per me molto gratificante».

Ripeterebbe l'esperienza televisiva?

«Molto volentieri. Anche perché il Crazy Horse è stato molto orgoglioso di quella mia esperienza».

Qual è la prima qualità di una Crazy Girl?

«Ogni ballerina del Crazy Horse viene scelta per due motivi: il primo è quello delle proporzioni del corpo, che devono seguire misure precise, la seconda è la personalità. Un carisma che deve raggiungere lo spettatore».

Insegnante di danza, ballerina del Crazy Horse: come si rilassa quando non è in questi due ruoli?

«Con l'attività fisica.

Faccio yoga e pilates: il primo mi serve anche come tecnica di concentrazione prima dello show».

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