Cronaca locale

Sala si ribella a Delpini: "Per noi e i milanesi famiglia non è solo una"

Il sindaco replica all'intervento del vescovo Arcobaleno gay in metro costa 100mila euro

Sala si ribella a Delpini: "Per noi e i milanesi famiglia non è solo una"

Don Camillo e Peppone. Botta e risposta a distanza tra il sindaco Beppe Sala e l'arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini intervenuto lunedì in consiglio comunale. Dopo aver letto il terzo articolo della Costituzione, l'arcivescovo ha rivolto diverse sollecitazioni alla politica, dall'alleanza tra le istituzioni all'invito a utilizzare un linguaggio comune. Il passaggio che più ha suscitato reazioni tra i consiglieri comunali, sindaco in primis è stato quello sulla centralità della famiglia. «Ritengo che la famiglia sia la risorsa determinante per favorire il convivere sereno e solidale - ha detto nel suo discorso Delpini -. La considerazione della famiglia e la sua centralità per il benessere della città si scontra con la tendenza diffusa a dare enfasi ai diritti individuali, nel costume, nella mentalità e nella legislazione nazionale, come nelle delibere comunali».

Piccata l'indomani la replica di Sala che delle difesa dei diritti «di tutti e di tutte» ha fatto il suo cavallo di battaglia. «Nessuno nega l'importanza della famiglia, ma a nostro giudizio la famiglia non è una sola. E su questo continueremo a mantenere Milano sulla via dei diritti». Sul tema, Sala ha aggiunto che «ci mancherebbe altro che la Chiesa non facesse un richiamo del genere. Io, da cattolico, mi pongo spesso gli stessi tipi di dubbi, poi cerco la via della contemporaneità e quindi di ciò che i miei cittadini mi chiedono e mi offrono». Sala ha poi annunciato che oggi rivedrà l'Arcivescovo per un dialogo interreligioso al Gratosoglio: «Mi prendo questi richiami dell'Arcivescovo. E non li prendo come acqua fresca: sento, ascolto e rifletto. Dopo è chiaro che delle differenze di visioni possono tranquillamente esserci» ha concluso «Peppone» Sala.

Intanto ancora una volta l'arcobaleno (dopo quello « passato alla storia» del 27 maggio 2011 alla chiusura della campagna elettorale di Giuliano Pisapia) torna a splendere sulla città. Questa volta targato Beppe Sala. Dopo le pressioni del mondo politico e del sindaco, infatti, su Atm le strisce simbolo del mondo Lgbt, che dall'ultimo Gay Pride contraddistinguono il mezzanino della fermata di Porta Venezia non verranno tolte. «Inviterei Nike a trovare una formula per lasciare quel segno, che è un segno importante, e ha caratterizzato quella fermata» l'invito del sindaco paladino dei diritti.

L'antefatto: Nike ha stretto un accordo con l' azienda dei trasporti per realizzare nel corridoio sotterraneo, attualmente deserto e senza negozi, una grande palestra. Per pubblicizzarla avrebbe ricoperto per tre mesi tutto il mezzanino con il suo logo. La mediazione, giunta dopo le pressioni di Sala, prevede che Nike utilizzerà solo gli spazi pubblicitari già esistenti sulle banchine per i propri manifesti, (100mila euro il mancato introito per Atm) lasciando sullo sfondo delle pareti l'arcobaleno. Quell'arcobaleno «è un bel segno che secondo me è veramente sciocco perdere».

Nel nome di tutte le famiglie milanesi.

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